I soprannomi del clan: Tyson Zio Sale e Patatino

I soprannomi del clan: Tyson Zio Sale e Patatino
LA CURIOSITÀSe non hai un soprannome non sei nessuno nel clan. Celebrativi, ironici, terrificanti e a volte anche ridicoli. Nel sottobosco della criminalità esiste una vera...

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LA CURIOSITÀ
Se non hai un soprannome non sei nessuno nel clan. Celebrativi, ironici, terrificanti e a volte anche ridicoli. Nel sottobosco della criminalità esiste una vera anagrafe alternativa, del resto i soprannomi da sempre nel gergo malavitoso - ma non solo - rappresentano l'espressione linguistica per riassumere in modo immediato una personalità, un carattere. Spesso la loro interpretazione non è possibile, alcuni rimangono emigmatici, misteriosi, possono nascere da un grido, da una parola storpiata, da un rumore insolito.

I clan di Latina non fanno eccezione, basta scorrere la lista delle persone coinvolte nell'operazione Scarface per rendersene conto, a partire dal capo, Giuseppe Di Silvio, lo chiamano Romolo, un soprannome come tanti, poi se scorri la lista degli altri indagati ne trovi di più curiosi, a partire da Porcellino/Zio Sale, al secolo Carmine Di Silvio, poi un tranquillo Costanzo e un più fantasioso Cazzariello, chissà se è per via dell'altezza, e ancora Patatino, Prosciutto, Pescio. Fin qui sono tutti Di Silvio, il soprannome è utile per distinguerli quando, e succede spesso, condividono anche il nome di battesimo, magari Carmine, Costantino, Ferdinando. Ma in generale il clan sembra averci preso gusto e così, nell'elenco dei sodali, ci sono anche Fabio detto il Siciliano, questo è facile, è nato in provincia di Catania, ad Acireale, mentre verrebbe da pensare che Daniel Alessandrini lo chiamino Tyson perché è uno che picchia forte, ma magari non è così e chissà quale aneddoto si nasconde dietro a un nome da pugile. Mirko Altobelli è Il Sinto, Marco il Pittore e Domenico Il Cobra. Del resto, come dicevamo, i soprannomi sono un tratto distintivo dei clan, i contronomi, come li chiama Saviano in Gomorra, quelli che ti vengono appiccicati per colpa di un'abitudine, di un'andatura o di un episodio che nessuno ricorda più, ma che ti restano attaccati addosso tutta la vita. E scritti sulle carte delle inchieste.

Mo.F.
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Il Messaggero