«I responsabili? I gestori del sito»

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LA POLEMICAAGRIGENTO Mentre ancora si setacciava il fango della collina collassata, alla ricerca del bambino “disperso”, è già tutto un affannarsi, un mettere le mani...

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LA POLEMICA
AGRIGENTO Mentre ancora si setacciava il fango della collina collassata, alla ricerca del bambino “disperso”, è già tutto un affannarsi, un mettere le mani avanti: Legambiente accusa la Regione Sicilia di avere tagliato i fondi per la gestione delle Riserve (non solo della Macalube), la Regione replica osservando che spetta al gestore garantire la sicurezza dei visitatori e comunque di versare a Legambiente centomila euro l'anno.

LE MISURE DI SICUREZZA
Il Governatore Rosario Crocetta ha giocato d'anticipo, ordinando alla Protezione civile ed al Dipartimento Ambiente di sigillare l'area ed ha anticipato la nomina di una commissione d'inchiesta, anche per «verificare la presenza di misure di sicurezza». «Capisco che il fenomeno dei vulcanelli attiri la curiosità dei turisti, ma la priorità è sempre la sicurezza dei cittadini - puntualizza Crocetta - vogliamo capire se questa sicurezza è stata garantita fino ad oggi da chi ha gestito la riserva».
LA REPLICA
Mimmo Fontana, direttore della Riserva e dirigente siciliano di Legambiente, replica rapidamente accusando il Governo locale di non avere mai finanziato i progetti di sicurezza e di razionale utilizzazione dell'area, per mancanza di fondi.
In questo scambio di accuse si inserisce anche il direttore generale regionale per l'Ambiente, Gaetano Gullo, che osserva che la Riserva «non fa parte del demanio regionale, ma ricade sotto il controllo del gestore e dunque, secondo questa tesi, spettava a Legambiente adottare le necessarie misure di sicurezza, utilizzando gli apparati di monitoraggio. La Regione ogni anno stanzia dei fondi per le riserve- conclude Gullo-, Legambiente ne gestisce sei e se lo avesse ritenuto necessario poteva comprarle».
L. Gal.
© RIPRODUZIONE RISERVATA Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero