«Ha rubato 70mila euro» Assolto dopo 14 anni

«Ha rubato 70mila euro» Assolto dopo 14 anni
LA STORIA Assolto «per non aver commesso il fatto» quattordici anni dopo quel fatto che gli era stato contestato e che lo aveva portato a subire una condanna a quattro anni in...

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LA STORIA
Assolto «per non aver commesso il fatto» quattordici anni dopo quel fatto che gli era stato contestato e che lo aveva portato a subire una condanna a quattro anni in primo grado. Un incubo lunghissimo per un 56enne perugino che, nonostante di mestiere sia un duro vigilante, alla lettura della sentenza qualche giorno fa in Corte d'appello è scoppiato in lacrime. «Questo incubo è finito» ha sussurrato ai suoi legali, gli avvocati Eugenio e Gianni Zaganelli, dopo la lettura della sentenza da parte del presidente Giancarlo Massei.

L'incubo inizia nel 2007 quando il vigilante viene accusato di aver sottratto 71mila euro contenuti in un plico che l'azienda per cui era al lavoro (la Vigilanza Umbra - Mondialpol di Perugia) avrebbe dovuto consegnare a una banca. Quei soldi non arrivarono mai e partirono indagini interne per capire cosa potesse essere successo. Al termine di quegli accertamenti, anche e soprattutto attraverso l'utilizzo delle telecamere di sicurezza dell'azienda, i sospetti si concentrarono sulla guardia giurata. Che venne accusato di essersi appropriato «rivestendo la qualifica di guardia giurata e, quindi, di pubblico ufficiale della somma di 71mila euro di cui aveva per ragioni di servizio il possesso e la disponibilità».
In prima battuta il Tribunale di Perugia lo aveva condannato a 4 anni di reclusone e risarcimento alla parte civile costituita, l'azienda, di circa 100mila euro oltre alle spese legali, nonché veniva irrogata in perpetuo la pena accessoria dell'interdizione dai pubblici uffici.
«Il lavoratore si è sempre difeso con forza e la difesa - sostengono i legali - ha sempre sostenuto la tesi della non colpevolezza del proprio assistito, smontando puntualmente anche tutti i video prodotti dall'accusa e visionati in aula».
Michele Milletti
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Il Messaggero