Guinzaglio sì o no? Scoppia la bagarre

Guinzaglio sì o no? Scoppia la bagarre
Il 19 luglio scorso, a Villagrazia in provincia di Palermo, un pitbull ha staccato a morsi il braccio di una ragazza ventitreenne. Episodio culmine di una sorta di escalation, che...

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Il 19 luglio scorso, a Villagrazia in provincia di Palermo, un pitbull ha staccato a morsi il braccio di una ragazza ventitreenne. Episodio culmine di una sorta di escalation, che ha visto colpiti anche una bambina di Bagheria aggredita al volto e un bambino ferito alla testa, al viso e alle gambe. Questi tre casi hanno riaperto l’annosa diatriba “guinzaglio sì, guinzaglio no” che vede coinvolti, più che gli animali, i padroni, penalmente responsabili delle azioni dei cani in caso di danno a terzi, secondo la legge. 

 

IL PERICOLO
Ovvero, l’ordinanza del 6 agosto del 2013, la cosiddetta Ordinanza Martini, che stabilisce come il possessore è tenuto a condurre l’animale nelle aree urbane e nei luoghi aperti al pubblico utilizzando sempre un guinzaglio di lunghezza massima pari a 1,5 metri e a portare con sé una museruola da far indossare al cane in caso di pericolo per le persone o altri animali. L’ordinanza è stata prorogata dal Ministero della Salute, per altri 12 mesi, lo scorso 25 giugno 2018. Il Comune di Roma ha deliberato un “Codice di Comportamento dei proprietari dei cani nei luoghi aperti, giardini, parchi e aree pubbliche”, nella primavera del 2013.

I cani, è scritto, possono girare senza guinzaglio esclusivamente nei luoghi aperti dove non è presente il pubblico e nelle aree appositamente attrezzate, con recinzione o segnalazione, sotto la responsabilità del proprietario e di chi porta a passo l’animale. Ma, quanti tengono a mente la legge? Certo è che la “questione guinzaglio” scatena continuamente scontri e litigate tra chi ha il cane e chi passeggia, magari con un bambino o una persona anziana, nel parco.

IL PASSEGGINO
«Abbiamo ricevuto tantissime segnalazioni da parte di chi fa jogging o porta a spasso i più piccoli, anche con il passeggino, nelle aree verdi - spiega l’avvocato Emanuela Astolfi, dell’associazione l’Avvocato del Cittadino di base a Roma - Anche quella di una signora morsa da un cane mentre correva al Parco degli Acquedotti o di un’altra donna travolta da un cane di grossa taglia nella stessa zona». Le multe, in una città come Roma, vanno dai 25 ai 258 euro. Durante i mesi di giugno e luglio, nelle spiagge, sono state elevate 400 sanzioni per cani senza guinzaglio: 200 euro in media. A Firenze, lo scorso maggio, un gruppo di persone si è riunito in piazza D’Azeglio per protestare contro l’elevato numero di multe, comminate da vigili in borghese, verso chi sganciava i cani per una corsetta nel parco. «Il problema è che esistono aree cani poco attrezzate, poco adatte al giusto sfogo del cane perché sono piccole e mal gestite - dice Massimo Visintin, addestratore Enci che ha un centro a Trieste - A Trieste, un’ordinanza comunale ammette che il cane possa anche essere lasciato libero in zone extraurbane, ma il proprietario deve dimostrare di avere la capacità di richiamare il cane».

IL CONTROLLO
Le aree non recintate, come quelle extraurbane ( per esempio, Villa Doria Pamphilj a Roma), si prestano facilmente a vicende al limite. Chi si trova ad affrontare situazioni complicate o ad essere vittima di un animale che non rispetta gli ordini del padrone sappia che, dai social, generalmente non ha appoggi. Quando qualcuno pone pubblicamente la questione del guinzaglio si scatena una polemica infinita. Come nei prati. 

Da una parte i proprietari dei cani che difendono la scelta di tenere libero il proprio animale nei piccolo o grandi giardini e parchi pubblici, dall’altra tutti coloro che chiedono un maggiore controllo nei confronti dell’animale. «Purtroppo, a volte, quando viene fatto notare che non è possibile lasciare liberi i cani al di fuori delle zone a loro riservate, i padroni fanno fatica ad accettare le regole» conclude l’avvocato Astolfi. «Il cane deve avere un certo svago ed essere addestrato e ubbidiente - ribadisce Visintin - O si creano aree adatte, o si fa sì che i proprietari siano più formati e acculturati e, forse, bisognerebbe anche arrivare ad imporre corsi ai cuccioli. Parlo del famoso patentino». 

IL DOCUMENTO

Si tratta di un documento che viene rilasciato ai possessori di cani che frequentano un apposito corso per diventare dei cosiddetti proprietari responsabili. Focus delle lezioni è informare sulle normative, sulle caratteristiche fisiologiche ed etologiche dell’animale. Uno strumento che, soprattutto nelle grandi città, aiuta ad evitare scontri, denunce, multe e polemiche.

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Il Messaggero