Gubbio, al laghetto del Bottaccione vincono l'incuria e il degrado

Gubbio, al laghetto del Bottaccione vincono l'incuria e il degrado
LA DENUNCIA GUBBIO Il laghetto del Bottaccione è qualcosa di esclusivo...

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LA DENUNCIA

GUBBIO Il laghetto del Bottaccione è qualcosa di esclusivo che ha segnato generazioni per trovare refrigerio contro la calura estiva oltre che porta d'accesso all'acquedotto medievale o di arrivo per quanti vi transitano in senso opposto partendo dalla Porta di Sant'Ubaldo. Oggi è invece sopraffatto dalla vegetazione perché dominano l'incuria e l'abbandono, tra ripetute lamentele e denunce. In alcuni punti risulta impedita perfino la visuale dell'acqua, con le canne ad altezza più che umana svettanti a pochi centimetri dagli argini. Non mancano arbusti ed erbe di ogni specie che si ergono attorno l'invaso e lasciano una triste sensazione di imperante degrado, del tutto negativa oltretutto in questa fase di ripartenza turistica con la stagione estiva appena partita. Si trova di tutto, qualche rifiuto emerge dall'acqua o in altri punti meno di passaggio, mentre le staccionate sono duramente provate dal tempo e l'erba alta raggiunge la seduta delle panchine. Gli enti pubblici assistono inermi, tra il Comune e la Provincia, lasciando che siano i cittadini a inventarsi qualche rimedio, com'è accaduto lo scorso ottobre quando si sono dati da fare i volontari della classe 1972, che avevano contribuito a risolvere un problema alla pavimentazione dell'acquedotto sino a farsi carico di tagliare l'erba alta nell'area del laghetto. Non possono essere sempre i volontari ad accollarsi gli interventi che spettano agli enti beneficiari di stanziamenti. Quel laghetto ha una precisa identità nel contesto naturalistico in cui si trova. Alimentato dalle vene alla base del monte Foce, l'invaso ha sempre fatto da convoglio delle acque, come sta a significare il nome della località in cui si trova: Piccolo Bottaccio, ovvero bacino di raccolta delle acque. Nei tempi passati è stato lido e piscina della città, luogo gestito e curato nei primi anni 90 dalla Comunità Montana Alto Chiascio che provvedeva alla ripulitura e organizzazione dell'intera zona. Il laghetto, importante risorsa idrica per il fiume Camignano, è anche un bacino di valenza storica come opera di ingegneria contemporanea all'acquedotto medievale.

Massimo Boccucci
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Il Messaggero