«Giudice di pace, la situazione peggiore d'Italia». Due sedi rischiano la chiusura

«Giudice di pace, la situazione peggiore d'Italia». Due sedi rischiano la chiusura
 La situazione della giustizia e i referendum in arrivo. È stato il tema dell'incontro organizzato da Fratelli d'Italia sul tema: Giustizia - Referendum e...

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 La situazione della giustizia e i referendum in arrivo. È stato il tema dell'incontro organizzato da Fratelli d'Italia sul tema: Giustizia - Referendum e magistratura, i cambiamenti in atto. Iniziativa «che fa parte di quelle di un partito vivo - ha detto il senatore e coordinatore provinciale, Nicola Calandrini - nelle sedi, nei circoli, attraverso gli incontri». E la giustizia è un nervo scoperto, in Italia ma di più a Latina: «Alla mia interrogazione sul giudice di pace è stato risposto con dati vecchi, ho fatto notare la mia insoddisfazione - ha aggiunto Calandrini - ed entro dieci giorni incontrerò il ministro Cartabia affinché ci sia un intervento». La situazione è stata illustrata da Giacomo Mignano, presidente dell'Ordine degli avvocati: «Siamo la trentaquattresima provincia, abbiamo il tredicesimo foro e il peggior giudice di pace d'Italia, l'emblema di un disastro». Tre anni per una sentenza, copie in 45-50 giorni, decreti ingiuntivi in 35 con scadenze fissate a 40, 3 piani di fila per accedere alla cancelleria sperando di fare in tempo. Non solo, le sedi di Terracina e Gaeta a rischio chiusura. Non va meglio per il Tribunale, diviso in 6 sedi su Latina e 2 decentrate con il progetto della cittadella giudiziaria « rimasto un involucro abbandonato. Non si capisce l'importanza della giustizia che vale 2,8% del Pil Senza giustizia non ci sono investimenti, non c'è futuro per il territorio». Presente il giudice onorario di Ischia, Olimpia Criscuolo, che ha confermato le difficoltà che vive questa figura.


Il docente universitario Giovanni Guzzetta e il senatore Alberto Balboni sono entrati nel merito dei quesiti referendari, con scambi interessanti. «Bisogna abbandonare il dibattito teorico e lavorare per realizzare la riforma che ci vuole - ha esordito Guzzetta -. I referendum, vanno riportati al centro, ci vuole una presa di coscienza dei cittadini. Il primo nemico è l'indifferenza».«È sempre positivo che ci si possa esprimere - ha detto il senatore Balboni - L'Italia ha la metà dei magistrati della media europea. Possiamo avere le norme più belle del mondo ma siamo senza magistrati. Se l'Italia avesse i tempi della giustizia da media europea, avrebbe 100.000 posti di lavoro in più, perché poi i tempi della giustizia significano che non ci sono investimenti dall'estero e chi sta in Italia scappa. L'incertezza fa più paura di una sentenza negativa».
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Il Messaggero