L’idea è tenuta ancora sotto traccia, anche perché non ci saranno sgomberi spettacolari o blitz a sorpresa. Ma ai piani alti del Campidoglio la lampadina si è accesa subito...
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Il Comune, vista anche la particolare occasione, pensa a un piano in due fasi. La prima sarà necessariamente soft: ai nomadi sarà proposto di trovare sistemazioni legali e decorose nella Capitale, dai posti ancora disponibili nei villaggi della solidarietà già esistenti ai bandi per l’assistenza alloggiativa che saranno lanciati con la fine della politica dei residence. Contemporaneamente, però, sarà ridotta fino a esaurimento qualsiasi forma di incentivo per i campi abusivi, dalla fornitura gratuita di energia elettrica agli altri interventi finanziati con fondi capitolini. Un’opera che continuerà progressivamente, fino alla chiusura di quello che resterà degli insediamenti illegali. Il senso sarà: avete l’opportunità di mettervi in regola, ma se proprio non volete non potrete continuare a vivere nell’illegalità e nel degrado. Si partirà da Tor Sapienza, luogo diventato suo malgrado simbolo dell’allarme periferie a Roma, per poi toccare tutti i quadranti della città: dalla Romanina a Fidene, dalla Magliana a Ottavia. Il piano definitivo arriverà però soltanto quando saranno chiare le risorse su cui Palazzo Senatorio potrà disporre per il periodo giubilare.
LE PERIFERIE
A fine 2014 (tanto per rendere l’idea del fenomeno) le stime parlavano di circa 8.400 nomadi presenti sul territorio della Capitale, di cui 5.970 censiti con nome e cognome. Gli altri, anonimi, sono sparsi in accampamenti spontanei. E di tanti altri non se ne conosce nemmeno l’esistenza. La situazione è incompatibile con la celebrazione di un Anno santo che, nelle intenzioni del Vaticano, metterà le periferie romane al centro dell’attenzione mondiale. Poi c’è il fattore legato alla sicurezza: l’arrivo di milioni di pellegrini, e le visite del Papa nelle periferie, non possono coincidere con la presenza di situazioni così complesse per l’ordine pubblico, come quelle dei campi nomadi abusivi. Questioni che saranno sottolineate anche negli incontri con il Governo sul finanziamento degli extra costi per la Capitale: Ignazio Marino chiede 300 milioni, ma l’ultima parola spetta a Palazzo Chigi.
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Il Messaggero