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Tornano al lavoro, anche in provincia di Latina, gli operatori sanitari no vax per effetto del decreto legge 162 che ha anticipato al primo novembre la fine dell'obbligo vaccinale anti-Covid. La sanità pontina tornerà, quindi, ad avvalersi nell'immediatezza delle prestazioni di due infermieri ospedalieri del Goretti, di uno specialista ambulatoriale e di tre medici di medicina generale che, in base alla precedente normativa, sarebbero rientrati in servizio dal prossimo primo gennaio. Inoltre, i professionisti non vaccinati già ricollocati in altri ruoli, non comportanti contatti diretti con utenti e colleghi, saranno reintegrati nelle originarie mansioni. Si tratta, in quest'ultima fattispecie, di un medico ospedaliero, di uno specialista ambulatoriale e di tre medici di medicina generale.
«Agli interessati sono state già inviate lettere di reintegro e di ricollocazione ha confermato ieri Silvia Cavalli, direttrice generale della Asl di Latina facendo seguito a specifica deliberazione in fase di pubblicazione all'albo pretorio dell'azienda sanitaria». Con il nuovo decreto, approvato dal Consiglio dei Ministri il 31 ottobre, si chiude così la tormentata vicenda legata agli operatori sanitari no vax. Il Governo guidato da Giorgia Meloni ha inteso così lenire, alla luce di un quadro epidemiologico mutato, il fenomeno della carenza dei professionisti della sanità anticipando di due mesi la fine dell'obbligo vaccinale ancora in vigore per la sola categoria.
LO SMI
«Hanno anticipato di due mesi il reintegro di un numero limitatissimo di medici - commenta Luigi Martini, responsabile provinciale dello Smi, il sindacato dei medici italiani - in gran parte pensionati e liberi professionisti, è stata ovviamente una scelta politica sulla quale non entriamo. Posso dirle che il vaccino ha funzionato, che ci ha consentito di uscire da un periodo terribile, di salvare tante vite e che anche la nostra categoria ha avuto delle vittime e ha fatto enormi sacrificio. Questo posso dirle».
La questione legata al personale sanitario pontino inottemperante all'obbligo vaccinale ha riguardato inizialmente oltre 352 professionisti. La Asl, con l'entrata in vigore dell'obbligo vaccinale dal primo aprile dello stesso anno, aveva istituito un'apposita commissione per l'accertamento dell'inosservanza, richiedendo alla Regione l'elenco di medici e infermieri e delle altre figure appartenenti alla categoria, del settore pubblico e privato, non vaccinati. Questi ultimi erano stati invitati formalmente a fornire spiegazioni sulla scelta no vax e ad adempiere all'obbligo, laddove la mancata assunzione del farmaco anti-Covid non fosse dipesa da ragioni cliniche. Il numero degli irriducibili si era così subito ridotto a 130 e poi ancora ulteriormente diminuito, fino alle poche unità ora in via di reintegra. A fare da deterrente erano state le sospensioni dal servizio a cui erano poi seguiti gli adempimenti all'obbligo vaccinale e, quindi, le revoche delle sospensioni. Intanto, la nuova fase della campagna vaccinale resta ai margini. In provincia di Latina nell'ultima settimana si sono avuti 1.870 nuovi positivi al Covid e 1.874 somministrazioni di farmaci bivalenti efficaci contro le varianti Covid.
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Il Messaggero