Ghirri e Bucchi in mostra a Firenze

Ghirri e Bucchi in mostra a Firenze
L'APPUNTAMENTOVentitré sono le immagini di uno dei maestri della fotografia del Ventesimo secolo in mostra alla Galleria Poggiali e Forconi di Firenze. Le ha scattate Luigi...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
L'APPUNTAMENTO
Ventitré sono le immagini di uno dei maestri della fotografia del Ventesimo secolo in mostra alla Galleria Poggiali e Forconi di Firenze. Le ha scattate Luigi Ghirri, scomparso nel 1992, che è stato anche un teorico dell'arte, un organizzatore culturale, un editore, un protagonista della riflessione artistica a partire dagli anni Settanta.

Angela Madesani ha curato l'esposizione, che si è aperta ieri e proseguirà fino al 20 gennaio con il titolo L'immagine impossibile. Le fotografie sono collocabile tra gli anni Settanta e l'inizio degli anni Novanta. Ghirri cominciò ad usare come mezzo d'espressione la fotografia alla fine degli anni Sessanta, spinto dalle suggestioni che raccoglieva e immagazzinava durante i suoi viaggi.
«L'amore di Ghirri per la fotografia nasce dalla sua passione nei confronti dell'immagine - spiega la Madesani -, passione che lo spinse a frequentare artisti concettuali come Franco Guerzoni, Claudio Parmiggiani, Giuliano Della Casa, Carlo Cremaschi, Franco Vaccari». Molte delle fotografie in mostra sono dedicate ai giardini; specialmente a quelli di Reggio Emilia. L'artista definiva non a caso il giardino «un enorme abbecedario della natura».
La galleria Poggiali e Forconi presenta, assieme alle immagini di Ghirri, Monochrome, una “personale” di Danilo Bucchi, romano che espone a Firenze per la prima volta. Le opere, realizzate proprio per la mostra fiorentina, recano tutte il segno grafico tipico dell'artista, che non usa il pennello, bensì una siringa sulla quale infila aghi di diverso spessore. Dice l'artista: «Mi viene naturale esprimermi attraverso un flusso di inchiostro che corre sul foglio come se fosse una grafia».
Pochi i colori cui Bucchi ricorre: il bianco, il nero, il rosso. Pochi i tratti che costituiscono le figure e le situazioni. Nato a Roma nel 1978, ha studiato pittura, scultura e scenografia all'Accademia di Belle Arti, ed ha conseguito anche un master in fotografia.

Dal 1998 al 2001 ha lavorato come scenografo di film e pubblicità. Nel 1999 ha cominciato ad esporre in alcune collettive. Nel 2001 la prima “personale”. Ha sviluppato una ricerca e delle tecniche non facilmente riconducibili ad un'unica tendenza espressiva. Rimane un artista versatile ed eclettico che sperimenta di continuo nuovi materiali. Attualmente vive e lavora tra Roma New York e Pechino. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero