Cinque ore in ospedale, torna a casa e muore. I familiari: «Non l'hanno curato». Aperta un'inchiesta

Cinque ore in ospedale, torna a casa e muore. I familiari: «Non l'hanno curato». Aperta un'inchiesta
 Sarà l'autopsia, in programma domani all'ospedale Santa Scolastica di Cassino, a chiarire le cause della morte di Alfonso Buonadonna, il 37enne studente...

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 Sarà l'autopsia, in programma domani all'ospedale Santa Scolastica di Cassino, a chiarire le cause della morte di Alfonso Buonadonna, il 37enne studente universitario di Gaeta deceduto nella tarda mattinata di venerdì nella sua abitazione di via Sermoneta dopo un precedente ricovero all'ospedale Dono Svizzero di Formia e i tentativi, purtroppo inutili, degli operatori sanitari chiamati un'ora prima del decesso dagli stessi familiari del giovane che aveva accusato dolori lancinanti allo stomaco nell'appartamento in cui viveva con i genitori. Il procuratore capo Luciano D'Emmanuele ha fatto acquisire anche le cartelle cliniche dell'ospedale di Formia, dove Alfonso è rimasto per cinque ore, dalla mezzanotte di venerdì alle 5 del mattino successivo, su una barella all'interno del Pronto Soccorso, senza poter beneficiare dell'assistenza richiesta a causa dei frequenti codici rossi in arrivo che hanno avuto la precedenza sugli altri casi.

Al nosocomio il 37enne gaetano era stato accompagnato in ambulanza per i forti dolori addominali e i conati di vomito che aveva accusato durante la serata in casa, dove erano in sua compagnia la fidanzata, i genitori Giuseppina e Vincenzo (titolare di un bar a Villa delle Sirene) e il fratello maggiore Ugo appena arrivato dall'Inghilterra. «Alfonso è rimasto per oltre cinque ore senza assistenza in ospedale ha raccontato la madre, Giuseppina Di Russo e, visto che continuava ad avere dolori allo stomaco, forte sudorazione e conati di vomito, abbiamo deciso, poco dopo le cinque del mattino, di riportarlo a casa e di trasferirlo successivamente alla Casa del Sole', se i dolori fossero continuati». Al Dono Svizzero risulta che il giovane ha lasciato volontariamente la struttura, allontanandosi. La situazione di Alfonso - un ragazzone di quasi due metri che tra qualche mese si sarebbe laureato all'Università La Sapienza di Roma in Scienze della Cooperazione internazionale e Sviluppo - è andata peggiorando venerdì mattina, con altri dolori addominali e vomito, tanto da indurre i familiari a richiedere l'intervento di un'altra ambulanza del 118 per trasferirlo nella clinica formiana. Quando gli operatori sanitari sono giunti nell'abitazione di via Sermoneta, hanno tentato in tutti i modi di rianimarlo, ma non c'è stato nulla da fare. Alfonso ha cessato di vivere verso le 12.30 per un sopraggiunto collasso cardiocircolatorio, lasciando attoniti e prostrati dal dolore i familiari.
I carabinieri della Tenenza di Gaeta hanno informato la Procura di Cassino, che ha disposto per le 13.30 di domani l'esame autoptico presso l'ospedale Santa Scolastica, nominando come perito Stefano Manciocchi. La famiglia di Alfonso sarà rappresentata dall'avvocato Giovanni Valerio durante le fasi dell'inchiesta.


Sandro Gionti
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Il Messaggero