NEW YORK I principali gruppi bancari che operano in America sono sani e al riparo da insidie, ma tra di loro due sussidiarie di banche europee, la Deutsche Bank e la Santander,...
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CONTRACCOLPO SUI MERCATI Il giudizio è invece tranciante nei confronti delle sussidiarie americane dei due istituti europei. La Santander ha il dubbio primato di aver ricevuto una bocciatura per tre anni di seguito, mentre per la Deutsche Bank si tratta della seconda. Entrambe sono ora interdette dal trasferire utili alle rispettive case madri. Se il giudizio della Fed si limita all’aspetto tecnico delle criticità dei due istituti, quello del Fmi va molto più in profondità, e tocca la sfera della politica finanziaria del governo tedesco, il quale è invitato a valutare se la debolezza della Deutsche Bank sia tale da impedire un pronto intervento di isolamento in caso di crisi immediata. Al cuore del problema c’è la persistenza di una colossale esposizione ai titoli derivati, gli stessi che fecero precipitare il sistema mondiale nel 2008. La banca tedesca ne detiene per un valore di 50.000 miliardi di dollari, pari a duemila volte la capitalizzazione dell’istituto, e a quindici volte l’ammontare del Pil tedesco. Il contraccolpo nei mercati è stato immediato. Nella terza giornata di ripresa degli indici, dominati dal ritorno di quelli bancari, il Gruppo Santander è riuscito a malapena a pareggiare i conti dopo aver perso l’1,4%, mentre la Deutsche è scivolata fino al -2,9% prima di chiudere sempre sotto di due punti.
STRUMENTI LIMITATI E in tema di perdite, ieri si è fatto vivo il governatore della Banca d’Inghilterra ad ammonire che «le prospettive economiche sono peggiorate» per il suo paese dopo la Brexit, e che «potrebbe quindi essere necessario un qualche allentamento nel corso dell’estate».
Il Messaggero