Una parte degli elettori del M5S non segue Beppe Grillo e contribuisce alla vittoria del centrodestra ai ballottaggi di ieri. E alle urne si sono fatti vivi anche una parte dei...
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LE TENDENZE
Alle elezioni amministrative ogni città ha una sua storia specifica e tuttavia si possono scorgere alcune tendenze nazionali. E seppure a caldo, a urne appena chiuse e con le valutazioni e le analisi tutte da fare oggi, secondo alcuni sondaggisti ascoltati dal Messaggero, vengono fuori delle tendenze tutte nuove rispetto al passato, dalla compattezza degli elettori di centrodestra che di solito al secondo turno abbandonano di più e invece questa volta sembra che siano stati più determinati di quelli del centrosinistra, al comportamento di quelli M5S che potrebbero essere diventati il vero ago della bilancia. Infatti non hanno mostrato di seguire i diktat del fondatore del Movimento e potrebbero essere stati determinanti in molte sfide.
Secondo Fabrizio Masia, direttore generale di EMG Acqua, che ha seguito direttamente le sfide di Genova, Parma e Verona, tre dei più importanti comuni al voto, «pur restando l’astensione la grande vincitrice di queste elezioni, in questi ballottaggi si è potuto notare che tra il 90 e il 95% di chi è andato a votare al primo turno per i candidati che sono andati al ballottaggio, è tornato alle urne. Non ha senso quindi una divisione per età o classe sociale perché sono esattamente gli stessi del primo turno». A questi poi si aggiunge il M5S. «Tra il 40 e il 50% di chi ha votato M5S al primo turno è tornato a votare e tendenzialmente si è orientato sul candidato che ha considerato più a destra. A Genova ad esempio ha scelto Bucci, a Parma Pizzarotti mentre a Verona Sboarina». A un basso turn over rispetto al primo turno di inizio giornata, spiega Carlo Buttaroni, presidente di Tecnè, «alla fine c’è stata una parte importante di elettori che non aveva partecipato al primo turno e che invece è andata a votare. E tra questi, il candidato di centrodestra è stato quello che è riuscito a intercettarli meglio. Quanto agli elettori M5S, secondo i miei dati, di quelli che sono andati a votare M5S al primo turno l’80% è rimasto al casa ma al 20% che invece è andato a votare si è aggiunta una parte di quelli che di solito votano M5S che al primo turno aveva disertato ma che invece ha deciso di andare al ballottaggio».
LE DIFFERENZE
Osserva infine un dato in controtendenza Antonio Noto, direttore di Ipr Marketing: «Rispetto al passato, sembra che il centrodestra che storicamente abbandona di più al secondo turno è invece tornato più compatto alle urne mentre al contrario, il centrosinistra che di solito partecipava in maniera decisa, sembra in parte essere rimasto a casa». Quanto agli elettori che al primo turno avevano votato M5S, «una parte è tornata alle urne», conclude Noto, «ma ha esercitato un voto libero, a Genova sembra infatti aver scelto di più il candidato del centrodestra Marco Bucci mentre a Parma ha puntato su Federico Pizzarotti».
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Il Messaggero