Tra Keynes e Marx, all’Economia ecco Giannis Varoufakis, il «ministro zar»

Giannis Varoufakis
È l’economista keynesiano con influenze marxista che dovrà salvare la Grecia. O, almeno, provare a rendere la crisi economica realmente meno feroce. Yannis Varoufakis,...

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È l’economista keynesiano con influenze marxista che dovrà salvare la Grecia. O, almeno, provare a rendere la crisi economica realmente meno feroce. Yannis Varoufakis, cinquantatre anni, è il principale ispiratore ed artefice del programma di Syriza, che promette, tra le altre cose, l’aumento dei salari e delle pensioni minime, assistenza sanitaria per tutti i cittadini, l’assunzione di trecentomila disoccupati e chiede la riduzione, con parziale cancellazione, del debito pubblico del paese. Ha studiato ad Essex, in Gran Bretagna, ed ha insegnato negli Stati Uniti, in Australia e all’Università di Atene.






Ieri , Varoufakis, a cui è andato il ministero degli affari economici, si è presentato alla cerimonia di giuramento del governo come è solito vestire quasi sempre, senza cravatta, seguendo la “moda Tsipras”. In un ottimo inglese ha dichiarato alle decine di giornalisti assiepati che “si tratta di una grandissima sfida. Quella di ridurre subito i costi che la società greca sta pagando, ormai da troppo tempo, a causa della crisi”.

Con i suoi interventi a favore del rafforzamento dello stato sociale è riuscito a rendere il suo blog uno dei più visitati di tutta la Grecia. E anche ieri, poco prima di recarsi dal Presidente della Repubblica, con un intervento sulla rete, il nuovo “zar dell’economia greca”, come lo chiamano i media ellenici, ha voluto chiarire che “non intende seguire i consigli di chi gli dice che sarebbe meglio smettere con i blog”. Ha spiegato che “i suoi interventi su internet saranno forse meno frequenti, ma di maggior sostanza”, poiché “per lasciarsi dietro un passato veramente buio, si deve tenere aperti tutti i canali di comunicazione con i cittadini”.



Venerdi, ad Atene, vedrà il Presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, e dovrà necessariamente iniziare a scoprire le proprie carte. Ma questo economista nato in una famiglia di sinistra, che sin da giovanissimo aveva ottimi e stretti rapporti con l’ex primo ministro socialista Andreas Papandreou, ha già spiegato, più volte come valuta, nel complesso, il “caso Grecia”. In primo luogo è convinto che gli accordi per le concessioni dei prestiti, abbiano “strozzato l’economia del paese”, e che senza una mutualizzazione del debito, l’Europa sia destinata a rimanere in un vicolo cieco.

Sia Varoufakis che Tsipras, quindi, insistono su un punto principale, che li differenzia, al momento, dal governo italiano: non è possibile risolvere i problemi con un poco più di flessibilità, ma deve essere ridiscussa la logica stessa che è alla base dei trattati dell’unione economica e monetaria.



La stampa internazionale si concentra sulle camicie colorate, lo stile informale e la doppia cittadinanza (greca ed australiana) di questo nuovo “super-ministro”. Ma chi lo conosce bene è convinto, soprattutto, che al momento opportuno saprà mostrare la duttilità necessaria per arrivare a un accordo di massima con i creditori del paese.



“La cosa importante, nell’ immediato futuro, non è se la Banca Centrale Europea acquisterà titoli pubblici greci, per il semplice motivo che non ne stiamo emettendo. L’importante è rendere sostenibile, al più presto, con il nuovo governo guidato da Syriza, il nostro debito pubblico, così da tornare, appunto, ad una normale emissione di titoli”, spiega questo cinquantatreenne dallo stile informale. Ieri, è arrivato alla cerimonia di giuramento, con una camicia grigia leggermente fuori dai pantaloni e con in mano un dossier pieno di documenti. Si tratta, probabilmente, delle principali proposte che i partner europei attendono con impazienza di poter iniziare a discutere. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero