Dopo 150 anni riuniti al Quirinale gli arazzi medicei per l'Expo

Dopo 150 anni riuniti al Quirinale gli arazzi medicei per l'Expo
LE MOSTREUn primo evento dell'Expo 2015 è stato deciso, e inizierà dal Quirinale, per poi spostarsi a Milano e Firenze: per la prima volta, da un secolo e mezzo, si...

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LE MOSTRE
Un primo evento dell'Expo 2015 è stato deciso, e inizierà dal Quirinale, per poi spostarsi a Milano e Firenze: per la prima volta, da un secolo e mezzo, si ritroveranno vicini i 20 importantissimi arazzi che Cosimo I de' Medici chiese a due tra i massimi artisti del Rinascimento, Jacopo Carucci detto Pontormo (1494 - 1557) e Agnolo di Cosimo chiamato Bronzino (1503 - 72), ed ora divisi, una metà al Quirinale, dove i Savoia li portarono dopo l'unità d'Italia, e metà a Firenze. Sono 90 metri d'arte, che raccontano le Storie di Giuseppe: un incredibile biglietto da visita del nostro Paese, e una tra le più alte manifestazioni del suo genio. Per realizzarli, Cosimo il Grande secondo duca di Firenze e primo granduca di Toscana, istituì uno speciale laboratorio cinque anni dopo essersi insediato in città, con la moglie Eleonora di Toledo: sottrae ai Gonzaga Nicolas Karcher, il più bravo nell'arte, fa venire esperti dalle Fiandre, e ne adorna il Salone dei Duecento a Palazzo Vecchio. Ma già nel 1560, Vasari ne muta la fisionomia, e vengono dimenticati. Ora sono stati restaurati, con 80 mila ore di lavoro; e da gennaio al 15 aprile, saranno nel Salone dei Corazzieri al Quirinale; poi, in quello delle Cariatidi al Palazzo Reale di Milano, durante l'Expo; infine, torneranno tutti nella Sala fiorentina che era la loro, da settembre a gennaio 2015. E sarà un grande evento d'arte del prossimo anno.

L'hanno presentato al Quirinale i sindaci delle due città che lo ospiteranno e il ministro dell'Agricoltura Maurizio Martina, con responsabili dell'Expo Diana Bracco e Giuseppe Sala ed il consigliere culturale del Presidente Napolitano, Louis Godart. Il quale spiega tutte le valenze del ciclo. Giuseppe, il penultimo dei 12 figli di Giacobbe, è venduto come schiavo, ma poi diventa viceré dell'Egitto. Incontra i figli, che dapprima non lo riconoscono; fa venire il padre, che vorrà poi essere sepolto in Terra di Canaan, alla tomba dei Patriarchi, dove verrà condotto in corteo. «Il cardinal Ravasi», dice, «spiega che il passo biblico motiva perché gli ebrei fossero in Egitto; storia affascinante, in cui Cosimo de' Medici vedeva dei parallelismi, e si voleva identificare nell'alterna fortuna di Giuseppe, la mitezza e probità, la sua equanimità». Poi, c'è già un po' d'Europa: autori dei cartoni, due sommi italiani e manifattura creata con esperti delle Fiandre; la saga del Testamento Antico si mescola alla storia contemporanea. I dieci romani fanno ora parte della massima collezione di arazzi al mondo, a parte quella spagnola: sono 261, dal '500 in poi, per ben 13 chilometri di lunghezza.
Curiosamente, uno dei due arazzieri, Jan Rost, sceglie per proprio emblema un pollo allo spiedo: arrosto, come il suo nome indica.
IL POLLO

E la sua arte, all'epoca, era richiestissima. Permetteva di variare l'arredamento (con gli affreschi non si può, e anche con i grandi quadri è difficile) con questi «dipinti mobili». Erano costosissimi: esigevano anche otto anni di lavoro. E i maggiori detentori ne erano, forse, i Gonzaga, che ne possedevano oltre 500: i più preziosi scortavano il signore in viaggio. Ma Cosimo vuole rivaleggiare con loro: gli strappa perfino il più ambito tra gli artefici. Lo sponsor della mostra sarà Gucci, e così mostrerà a chiunque l'antica grandezza della nostra Penisola.
Fabio Isman Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero