Una donna che si taglia i capelli è in procinto di cambiare la sua vita. Coco Chanel sapeva bene che la reazione a una fase negativa comincia guardandosi allo specchio....
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L’altra sera, alla prima del Teatro dell’Opera di Roma, l’effett di Virginia Raggi è stato un po’ quello del film Sabrina quando Audrey Hepburn torna da Parigi con un guardaroba tutto nuovo e i due ricchi fratelli, William Holden e Humphrey Bogart, si innamorano di lei come il principe al ballo di Cenerentola. La sindaca di Roma in lungo Gattinoni con stola bianca e nera appartenuta ad Anna Magnani? Ecco di cosa dibattere. Dopo un anno senza una gioia, tra l’annunciato rinvio a giudizio e i commenti sull’albero Spelacchio che monita triste, solitario y final in piazza Venezia, la sindaca deve aver pensato. «Stavolta li zittisco tutti». Per una sera c’è riuscita. Oggi si parla solo delle sue spalle sottili, domani è un altro giorno e torneranno i dibattiti sulle buche. Anche il sovrintendente Carlo Fuortes non si aspettava Virginia versione Sabrina e ha fatto un po’ la faccia alla William Holden.
Uomo di mondo, il medesimo Fuortes ha sfoderato invece il sorriso da padre della sposa quando si è trattato di accogliere l’altra star della serata, la sottosegretaria Boschi. Ormai maestra del genere «distraili con le tue mises», Maria Elena disbosca a colpi di stola e di stiletto le notizie che, come le erbacce, ogni mattina spuntano su banca Etruria. C’è un nuovo avviso per papà? Prima della Scala e spalle nude per severo abito Armani («nessun gioiello» commentavano rapite le croniste come se non si sapesse che Armani fulmina a distanza quante osano indossare i suoi vestiti senza attenersi alle regole della casa). Convocano Ghizzoni in commissione banche? Abito verde e stola nera per la serata al teatro dell’Opera di Roma. Maria Elena è tornata, «elegante e spietata» come il conte di Montecristo nella versione di Nino Manfredi. Con uno stile, anche. Dal tailleur azzurro di Zara del giuramento da ministro, alla geometrica perfezione di Giorgio Armani, anche qui il messaggio è chiaro. Volete demolirmi? Provatemi a prendermi, io intanto cambio look.
TACCO 12
E non solo in Italia. Se ti attaccano perché vai a trovare le vittime di un nubifragio col tacco 12, inventati una divisa. Così ha fatto l’impassibile first lady americana. Dopo il passo falso di alcune improbabili mises sfoggiate sul terreno di disastri climatici di inenarrabile violenza, Melania Trump ha fatto immediata marcia indietro e inaugurato lo stile «esploratore in visita agli indigeni». Di solito comprende sahariane con molte tasche. Idem per Theresa May. Come distrarre dalla Brexit infilando scarpine leopardate. Ai suoi strateghi dev’essere sembrata un’idea mondiale. In che modo presentare sulla scena globale la nuova leader mentre nella City si stracciavano i doppiopetti e minacciavano harakiri? Come introdurre il fil di ferro di una personalità in una signora rigidina di suo e priva di storytelling? Le scarpe leopardate! Ecco di che cosa parlare. Per un po’ ha funzionato ma oggi, con le nuvole che si concentrano su Londra, c’e’ il rischio che invece di parlare delle sue scarpe i britannici le leopardate gliele tirino dietro. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero