Latina, diplomazia sotterranea per decidere la geografia politica delle commissioni

Latina, diplomazia sotterranea per decidere la geografia politica delle commissioni
Dieci commissioni - forse - divise cinque e cinque, oppure tutte in mano alla maggioranza, inclusa la Trasparenza. La composizione dipenderà molto dalle intese che si...

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Dieci commissioni - forse - divise cinque e cinque, oppure tutte in mano alla maggioranza, inclusa la Trasparenza. La composizione dipenderà molto dalle intese che si raggiungeranno dopo la formazione della giunta. Insediato due giorni fa il Consiglio comunale, a Latina è ora di pensare a fare insediare anche le commissioni, e far quindi partire l'attività politico-amministrativa, entro un massimo di una decina di giorni, ma ci sono ancora un paio di nodi da sciogliere.


Il primo è quello delle deleghe. Ovvero: i temi di cui si occupano le commissioni sono specchio delle deleghe degli assessori presenti in giunta: ovvero, una commissione ha un assessore di riferimento. Facciamo un esempio banale: assessore all'Urbanistica e commissione Urbanistica; assessore ai Lavori pubblici e commissione Lavori pubblici; e così via. All'inizio della scorsa consiliatura, con la prima giunta guidata da Damiano Coletta, le cose furono così; alla seconda giunta poi, quando si registrò l'ingresso di Gianmarco Proietti, Emilio Ranieri, Giulia Caprì, il sindaco distribuì su più assessori deleghe prima in mano a uno solo, e così capitò che una commissione avesse più assessori di riferimento. Chiaro quindi che si debba prima attendere la formazione della giunta. Per la quale il nodo è sempre quello: tecnica o con due caselle politiche? Il sindaco ha affermato che sarà presentata entro una settimana e, a quanto si apprende, Damiano Coletta potrebbe presentare sette caselle su nove, mantenendo quindi per sé le due deleghe relative ai due assessori politici che vorrebbe mantenere dalla precedente esperienza (Dario Bellini e Simona Lepori, secondo le indiscrezioni), per superare intanto l'impasse.
FALCHI E COLOMBE
Da quanto avverrà con la giunta, dipenderanno le intese di consiliatura, ma il centrodestra è formato da più partiti e persone con orientamenti anche differenti su questi punti. Ci sono i duri, come ad esempio alcuni elementi in FdI, per i quali, essendo il Consiglio sovrano, ed essendo il centrodestra maggioranza in Consiglio, tutte le presidenze dovrebbero essere coperte. Le colombe puntano invece a un accordo diverso. I canali sotterranei della diplomazia tra maggioranza e minoranza stanno lavorando a un'intesa per una maggiore governabilità, con le commissioni equamente divise, ad esempio cinque e cinque. In questo caso sarebbe però battaglia per ottenere la presidenza di quelle più delicate, due su tutte: Bilancio e Urbanistica, vere leve del governo politico-amministrativo.

Ma c'è un nodo su tutti: la Trasparenza. Questa commissione, di controllo e verifica degli atti amministrativi, per una consuetudine, viene sempre lasciata alla minoranza. Ma in questo caso, chi è la minoranza? Secondo i falchi di FdI, se la Trasparenza venisse data alla componente che esprime la giunta (Lbc-Pd-M5S), sussisterebbe il rischio che il controllato fosse al contempo anche controllore. Per questo, vorrebbero che anche questa commissione andasse al centrodestra.

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Il Messaggero