Dimessa dall'ospedale ma ancora positiva contagia tutta la famiglia, caso in Procura

Dimessa dall'ospedale ma ancora positiva contagia tutta la famiglia, caso in Procura
Una donna anziana viene operata per una frattura al femore e poi dimessa con un tampone negativo effettuato due giorni prima. La donna era invece positiva e così, una volta...

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Una donna anziana viene operata per una frattura al femore e poi dimessa con un tampone negativo effettuato due giorni prima. La donna era invece positiva e così, una volta tornata a casa, contagia il marito e i tre figli, uno dei quali affetto da una grave patologia. Il caso è stato sottoposto alla Procura di Cassino con una denuncia presentata dall'avvocato Alessandro Lanfranghi che accusa la Asl di Latina e l'ospedale Dono Svizzero di Formia.

«E' la triste storia - spiega il legale della famiglia - di un contagio endonosocomiale avvenuto nel mese di febbraio 2021 presso il Dono Svizzero di Formia di una donna ultraottantenne ricoverata al reparto Ortopedia per la frattura al femore con intervento chirurgico. La paziente è stata rilasciata in dimissione sulla base di un tampone effettuato due giorni prima (e non al momento della dimissione), una positività quindi non accertata per evidente omissione con agevolazione del contagio dell'infezione Covid 19 (una volta dimessa e rientrata in abitazione) del marito anziano e malato, e dei figli, uno dei quali con grave patologia».
Un'intera famiglia di Formia colpita dal Covid con sintomi di polmonite che ora chiede giustizia, ritenendo che la dimissione della signora anziana non sia stata gestita in maniera corretta. Inoltre l'avvocato sostiene che all'anziana, durante il ricovero per Covid, «non è stato garantito il necessario e indispensabile trattamento fisioterapico: sballottata tra Formia, Gaeta e poi Roma, ritorna a casa solo nel mese di aprile e rimane positiva fino al 12 maggio». Gli altri familiari sono stati invece ricoverati per polmonite all'ospedale Spallanzani di Roma e al Goretti di Latina.

«In questa triste vicenda - spiega l'avvocato Lanfranghi - per fortuna le due sorelle sono riuscite ad essere ricoverate nella stessa struttura e nella stessa stanza del fratello con gravi patologie e del padre anziano e malato, garantendo loro attenzione e affetto». Alla fine tutti sono riusciti a superare la malattia, ma ora nella querela depositata in Procura vengono denunciate «sia le carenze organizzative della struttura ospedaliera che l'omessa e idonea condotta resasi, di fatto, agevolatrice della diffusione del contagio».
 

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Il Messaggero