Di Bello fa scena muta davanti al magistrato

Di Bello fa scena muta davanti al magistrato
CORENO AUSONIOGiuseppe Di Bello, il 35enne di Coreno Ausonio, accusato del duplice omicidio dei fratelli Pino e Amilcare Mattei, ieri mattina è stato interrogato dal Gip. Poco o...

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CORENO AUSONIO
Giuseppe Di Bello, il 35enne di Coreno Ausonio, accusato del duplice omicidio dei fratelli Pino e Amilcare Mattei, ieri mattina è stato interrogato dal Gip. Poco o nulla ha detto l'uomo al magistrato, la dottoressa Donatella Perna, nel corso dell'interrogatorio di garanzia, visto che proprio ieri era stato preventivato un intervento chirurgico a causa delle ferite riportate nella sparatoria del 7 novembre scorso.

«Di fatto - affermano gli avvocati difensori Emiliano Mignanelli e Bruna Colacicco - il nostro assistito si è avvalso della facoltà di non rispondere a causa delle sue condizioni di salute, nel pomeriggio (ieri, ndr), infatti è stato sottoposto a un intervento chirurgico. Presto saremo nuovamente da lui per ascoltare la sua versione dei fatti». L'interrogatorio, infatti, si è svolto a Roma in un reparto dall'Umberto Primo dove il 35enne è ricoverato da quella sanguinaria notte. In questi giorni si attende anche il pronunciamento del Tribunale del Riesame al quale si sono rivolti gli avvocati per ottenere la libertà di Giuseppe Di Bello. Un caso, dunque, sul quale anche gli avvocati della difesa vogliano chiarire ogni aspetto.
Nel frattempo le indagini dei carabinieri vanno avanti. Si attendono gli esito della balistica, vale a dire la mappatura dei bossoli delle pistole trovati sulla scena del crimine, solo attraverso questa dettagliata ricostruzione si capirà la dinamica di quelle terribile sparatoria tra i fratelli Mattei e Di Bello. Per quest'ultimo le accuse ipotizzate sono di duplice omicidio, porto abusivo di arma clandestina e di tentato furto. Proprio attorno a quest'ultima ipotesi di reato si sarebbe giocato il tutto. Vale a dire che la sparatoria, secondo gli inquirenti, sarebbe avvenuta per un furto di gasolio nella cava. Sin dai primi giorni successivi ai fatti gli investigatori avrebbero delle immagini del sistema di sicurezza assai dettagliate.
Vin. Car. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero