«De Santis puntò la pistola verso Ciro»

«De Santis puntò la pistola verso Ciro»
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LE INDAGINI
ROMA Sono tre i testimoni che hanno visto Daniele De Santis puntare la pistola contro Ciro Esposito. Si aggrava così la posizione di ”Gastone”, il nome di battaglia di De Santis, l'ultrà romanista che, a maggio, lanciando lacrimogeni contro un pullman di tifosi napoletani a Tor di Quinto, la sera della finale di Coppa Italia Roma-Fiorentina, ha scatenato una rissa che ha portato, settimane dopo, alla morte di Esposito.

De Santis è accusato di omicidio volontario con l'aggravante dei futili motivi, calcistici. I periti del Ris hanno trovato tracce biologiche sui guanti che sarebbero stati usati per sparare al tifoso partenopeo; ci sono tracce del suo sangue sulla pistola; altri due tifosi biancocelesti, oltre il supertestimone Raffaele Puzone, hanno di recente confermato di avere visto ”Danielino” sparare. Eppure De Santis non ha mai ammesso alcuna responsabilità. «Mi hanno massacrato di botte. Non so quello che è successo, non ricordo nulla», sono state le uniche parole che ”Gastone” si è limitato a dire ai magistrati subito dopo il suo arresto. Ecco perché i magistrati titolari del fascicolo sugli scontri e sull'omicidio, i pm Eugenio Albamonte e Antonino Di Maio, hanno deciso di interrogarlo, di invitarlo di nuovo a parlare.
L'INTERROGATORIO

La data dell'interrogatorio, però, non è stata ancora fissata. De Santis non sta bene. Ha una gamba ancora malconcia per una frattura tuttora scomposta, con un' infezione mai guarita e in via di peggioramento. E' probabile quindi che i magistrati aspettino l'operazione di De Santis - prevista a giorni all'ospedale Belcolle di Viterbo, dove è detenuto - e soprattutto l'incidente probatorio, fissato per domani, che dovrà ”congelare” le prove finora acquisite. Intanto i legali di De Santis, Michele D'Urso e Tommaso Politi, nell'udienza davanti al gup Ebner punteranno sulla circostanza che il loro assistito sia stato accoltellato. ”Gastone”, come emerso dalle perizie, oltre aver subito un trauma cranico, lo sfondamento di un timpano, la frattura della tibia, avrebbe riportato quattro ferite da taglio a un fianco, che non risultavano certificate al pronto soccorso del Gemelli, il primo ospedale che ha avuto in cura l'ultà romanista.

E' per questo motivo che nei giorni scorsi i pm Albamonte e Di Maio hanno disposto il sequestro della cartella clinica di De Santis al Gemelli. Non escludono infatti che le ferite, in quanto non gravi rispetto al quadro generale del paziente, non risultino nel certificato di accesso al pronto soccorso ma siano state diagnosticate dopo, in reparto. La rivelanza o meno di quei tagli da un centimetro l'uno (provocati come ipotizzato dal Ris da un coltello, su cui poi sono state rilevate tracce di sangue di De Santis) potrebbero cambiare il titolo di reato per i due tifosi del Napoli che insieme a Ciro Esposito avrebbero aggredito il romanista, prima che facesse fuoco. Ossia da rissa a tentato omicidio.
Adelaide Pierucci
© RIPRODUZIONE RISERVATA Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero