LA CERIMONIATutto è nato da una foto. Quando Giuliano Noce l'ha mostrata a Michele Nasso l'assessore ha fatto due conti. Dal 1949 a oggi sono trascorsi 65 anni, quanti il...
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Tutto è nato da una foto. Quando Giuliano Noce l'ha mostrata a Michele Nasso l'assessore ha fatto due conti. Dal 1949 a oggi sono trascorsi 65 anni, quanti il barista ne ha vissuti lavorando. Al bar Poeta, dove per farlo arrivare al bancone c'era una pedana e lui veva solo 12 anni, e poi ad aprire e gestire locali tra il centro e lo Scalo, fino al Mocafè. Così è nata l'idea di un riconoscimento ufficiale per i 65 anni di attività. «Giuliano ha seguito l'evoluzione di questa città - ha detto il sindaco, Giovanni Di Giorgi - ed è uno dei narratori viventi che fanno di Latina un luogo unico. Non dimentichiamo che ha creato occupazione e che oggi il locale che gestisce con i familiari è un punto di riferimento perché ha saputo evolversi». Dal canto suo il barista ha ricordato quando «in piazza si veniva a prendere il caffè con il calesse» e «una città diversa, dove ci conoscevamo tutti e c'era rispetto». Ma anche altri aneddoti, dai camerieri che «vivevano di percentuali sul servizio» al personale che lui aveva destinato «solo alle consegne a domicilio, quando i bar erano pochi e le macchinette in ufficio non c'erano». Nasso ha parlato di «un campione, visto che ogni mattina ancora apre il bar all'alba, dopo 65 anni». Nicola Calandrini ha sottolineato «il giusto riconoscimento, in questa sede, per i cittadini che, come Giuliano, hanno costruito quello che oggi abbiamo». In aula la moglie, il figlio, i parenti e tra gli amici anche Vincenzo Bianchi che è tornato in Comune «dopo sette anni, per questa occasione».
Il Messaggero