Ragazza morta di covid dopo il parto a Roma: aperta inchiesta per omicidio

Ragazza morta di covid dopo il parto a Roma: aperta inchiesta per omicidio
 E' molto più articolata e con possibili responsabilità da parte di qualche medici la vicenda della morte della 28enne di Aprilia Adriana Tanoni, deceduta...

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 E' molto più articolata e con possibili responsabilità da parte di qualche medici la vicenda della morte della 28enne di Aprilia Adriana Tanoni, deceduta il 20 gennaio scorso presso l'ospedale Umberto I di Roma a causa del Covid pochi giorni dopo avere partorito il suo bambino che sta bene seppure venuto al mondo prematuro. La Procura della Repubblica di Roma ieri ha aperto un fascicolo di indagine per omicidio colposo al momento e lo ha fatto dopo che i genitori della ragazza hanno presentato una denuncia sollecitando accertamenti su alcune circostanze relative a fatti accaduti nei giorni antecedenti il ricovero della figlia presso il nosocomio romano dove poi è deceduta e a individuare eventuali profili penali in alcuni comportamenti.

Il riferimento in particolare, almeno secondo la denuncia, è alla ginecologa che seguiva Adriana e ai sanitari di alcuni ospedali che quando si è presentata nelle settimane precedenti la morte l'avrebbero invitata a tornare a casa. Rinaldo Tanoni e Paola Ciccone ci hanno tenuto in particolare a precisare che la figlia non era una no vax ma che non si era vaccinata contro il Covid su indicazione della propria ginecologa che aveva ipotizzato possibili rischi per il bambino e lo stesso comportamento aveva adottato anche il compagno. Ma un paio di giorni dopo Natale, all'ottavo mese di gravidanza, Adriana ha dolori alle ossa e un po' di tosse così decide di fare il tampone e scopre di essere positiva come il compagno e la loro bambina di due anni. Pochi giorni dopo, sempre secondo il racconto dei genitori diventato una denuncia alla Procura, inizia la via crucis negli ospedali. La ragazza e il compagno vanno prima all'Umberto I poi al Gemelli dove le sconsigliano di attendere visti i tempi lunghi e il dover fare la fila al freddo con la febbre alta. Il giorno successivo chiama l'ambulanza che la porta al Nuovo ospedale dei Castelli di Ariccia ma anche qui, sempre secondo quanto riferito dai familiari, i sanitari si rifiutano di ricoverarla e lei il giorno dopo chiama il 118: il personale paramedico però la visita all'aperto, nel giardino di casa nonostante la febbre alta e non diagnostica la polmonite interstiziale che poi le sarebbe stata fatale. Alla fine il 7 gennaio il ricovero all'Umberto I, l'ospedale dove le sue condizioni si sono rapidamente aggravate e dove poi è morta il 20 gennaio proprio per le conseguenze di una polmonite da Covid dopo avere partorito con parto cesareo il suo bambino che non è positivo al virus. I dubbi sollevati dai familiari di Adriana sono serviti per ora a far aprire un fascicolo di indagini contro ignoti per omicidio colposo: saranno i magistrati adesso a cercare conferme rispetto alla denuncia e a verificare il comportamento sia della ginecologa che dei diversi operatori sanitari ai quali la 28enne si è rivolta nel giro di poche settimane senza essere presa troppo in considerazione.
Elena Ganelli
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Il Messaggero