Strage Corinaldo, la banda dello spray urticante che deruba i giovani nella ressa

dal nostro inviato CORINALDO (An) C’è una banda dello spray al peperoncino che semina il panico nei concerti e nei luoghi affollati in Italia. Anzi, più...

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dal nostro inviato
CORINALDO (An)
C’è una banda dello spray al peperoncino che semina il panico nei concerti e nei luoghi affollati in Italia. Anzi, più realisticamente: ci sono diversi gruppi, che usano la stessa tecnica spesso per derubare chi fugge e abbandona borse o smartphone, a volte semplicemente perché vuole causare una situazione di caos. «Teppismo, irrazionalità, demenza come chi un tempo lanciava sassi dai cavalcavia. C’è anche questo» racconta un addetto ai lavori. Ma la lista dei precedenti è talmente lunga che è impossibile parlare di un fatto episodico. «È difficile per il nostro personale della sicurezza evitare che entri lo spray al peperoncino.


Per legge non possono perquisire le borse. Inoltre, parliamo di piccoli flaconi, non c’è modo di fermarli. Però questi episodi ormai sono numerosi e gravi, a me è successo in un cinema. Vanno fermati, ma sinceramente io stesso non le so dire come» ripete Antonio Flamini, vicepresidente del Silb, il sindacato dei locali da ballo. Quello che doveva essere una forma di difesa, usato magari da una ragazza per fuggire da un’aggressione, si è trasformato in uno strumento che scatena paura e causa morti. 

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LUOGHI AFFOLLATI
Basti pensare a piazza San Carlo, a Torino, dove il 3 giugno 2017 quella che è stata definita la “banda dello spray” spruzzò il peperoncino tra la folla che stava assistendo alla finale di Champions sul maxi schermo probabilmente per derubare chi fuggiva. Ci furono una vittima e oltre 1.500 feriti. Diceva ieri il ministro dell’Interno Matteo Salvini: «Anche il mattarello che io uso per fare la pasta in teoria è pericoloso, lo spray urticante serve per difendersi, ma qualcuno lo usa per le rapine». Furti o scherzi criminali, addirittura un modo per contestare un artista, difficile comprendere se vi sia un unico movente. Ieri Sfera Ebbasta lo ha scritto chiaramente: «Vorrei solo che tutti quanti vi fermaste a pensare a quanto può essere pericoloso e stupido usare lo spray al peperoncino in una discoteca».
 
Ai suoi show era già successo almeno quattro volte: 31 agosto 2017, il rapper tiene un concerto a Modena, alla festa dell’Unità, qualcuno spruzza lo spray urticante tra il pubblico, per fortuna nella fuga nessuno resta ferito seriamente; caso analogo a pochi chilometri da Corinaldo, al Mamamia di Senigallia. Lo show fu interrotto, vi furono tre intossicati. Altri episodi all’Onix di Russi, provincia di Ravenna, e a Mondovì (Cuneo), sempre prima delle esibizioni di Sfera Ebbasta. «Non è stata una bravata - sostiene Amos, 21 anni, fratello di una quindicenne ferita - è qualcuno che ce l’ha con lui, sono troppi i precedenti ai suoi concerti».


Un pr del Lanterna Azzurra parla invece di una tecnica usata per derubare i minorenni. Eppure, la follia dello spray urticante non riguarda solo Sfera Ebbasta: c’è una lunga lista di precedenti che riguarda anche altri artisti, da Ghali a Gué Pequeno e Marracash. Il 7 novembre lo spray è stato spruzzato all’Alcatraz di Milano, prima dell’esibizione del rapper Achille Lauro che in una intervista rilasciata al Messaggero on line aveva spiegato: «Quello dello spray urticante è una nuova moda, pericolosa, che si sta diffondendo tra i giovani». In Italia il gas Oleoresin capsicum è venduto nelle armerie, nelle farmacie e in molti supermercati a chiunque abbia più di sedici anni. Conclude Gianni Indino, del sindacato dei gestori dei locali da ballo dell’Emilia-Romagna: «È una emergenza, chiediamo al governo di lasciarci fare più controlli, di lasciarci verificare anche cosa c’è dentro le borse di chi entra in discoteca». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero