Consulta boccia i piani di rientro, Aprilia tra i Comuni a rischio default

Il Comune di Aprilia
Una sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato che il rientro finanziario che i Comuni avevano programmato di fare in 30 anni deve essere svolto in tre. Quasi...

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Una sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato che il rientro finanziario che i Comuni avevano programmato di fare in 30 anni deve essere svolto in tre. Quasi impossibile considerando che l'extra-deficit è diventato difficilmente sostenibile per molte città. Tra queste c'è anche Aprilia, dove nel 2013, con il riaccertamento dei residui vale a dire i soldi ancora da incassare e i debiti da pagare si ritrovò un debito di circa 35 milioni di euro. Appunto da ripianare in trent'anni grazie a un prestito di Cassa Depositi e Prestiti e una norma nazionale chiamata salva bilanci, proprio quella che ora è stata bocciata dalla Corte Costituzionale. Trent'anni che, improvvisamente, dovranno diventare tre.

Attualmente il debito residuo al netto dell'aspetto fiscale è di 17,5 milioni di euro da pareggiare entro il 2023. Praticamente 5,8 milioni di euro l'anno: significa 5,8 milioni in meno di servizi ai cittadini, di opere pubbliche e forse anche di assistenza alle fasce deboli. Attualmente il Comune di Aprilia ha una rata semestrale di 600 mila euro per la restituzione del mutuo. «L'Associazione nazionale dei Comuni d'Italia è già al lavoro, ci sono già un paio di proposte sul tavolo spiega il sindaco Antonio Terra perché il Governo dovrà mettere mano a questa norma dichiarata incostituzionale dalla Consulta». Il primo cittadino sa bene che se ciò non dovesse accadere, il Comune da lui amministrato sarà in guai seri. «Una manovra correttiva ci metterebbe in difficoltà. Vorrà dire che inizieremo a venderci i gioielli di famiglia», aggiunge. Anche se Terra è convinto di una cosa: «La nostra situazione finanziaria non è così grave da poter prefigurare un dissesto finanziario nel caso in cui il Governo non dovesse apporre correttivi». Nessun default all'orizzonte, secondo il sindaco. «Anzi ammette l'assessore alle finanze Lanfranco Principi col consuntivo che approveremo prossimamente in Consiglio comunale abbiamo provveduto a sanare lo squilibrio dello scorso anno e a chiudere con un avanzo di qualche migliaio di euro». Insieme ad Aprilia sono 800 i comuni italiani in crisi. I numeri li ha forniti il ministro dell'Economia e delle Finanze Daniele Franco alla Camera. Tra le amministrazioni italiane sono sull'orlo del baratro ci sono città come Napoli, Torino, Salerno, Reggio Calabria. Certo non sono tempi facili. Con l'emergenza coronavirus le entrare tributarie hanno subito un brusco calo. «C'è stato un minore gettito in tutti i settori, compresa la Bucalossi», conclude il sindaco. E dire che proprio a settembre, in occasione della verifica fatta dalla Corte dei Conti sul bilancio degli ultimi quattro anni, aveva chiesto all'amministrazione di migliorare la capacità di riscossione delle entrate e di gestione dei residui attivi e la propria efficienza nell'adempiere ai pagamenti dei debiti commerciali, nel rispetto delle tempistiche previste a legislazione vigente. Una raccomandazione che si è rivelata una Cassandra.


Stefano Cortelletti
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Il Messaggero