Concorsi Asl sotto inchiesta, il primo è a rischio nullità

Silvia Cavalli
La Asl di Latina ha pubblicato sul Bur della Regione Lazio l'«avviso «di revoca del bando di concorso pubblico per titoli ed esami, per la copertura a tempo...

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La Asl di Latina ha pubblicato sul Bur della Regione Lazio l'«avviso «di revoca del bando di concorso pubblico per titoli ed esami, per la copertura a tempo indeterminato di n. 70 posti di Assistente Amministrativo - Cat C, in forma aggregata tra la ASL di Frosinone, la ASL di Latina, la ASL di Viterbo e la ASL Roma 3.». In questo modo «nessuna comunicazione verrà inviata ai singoli candidati, in quanto a seguito della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale e sul sito istituzionale - ha spiegato la manager Silvia Cavalli - gli obblighi di comunicazione e pubblicità devono ritenersi assolti». Quindi, a tutti coloro che hanno partecipato e che avevano superato le prime selezioni approdando alla prova orale e sostenendo l'esame nell'aula del Padiglione Porfiri del Goretti, restano solo due alternative: o ricorrere al tar contro la revoca del concorso oppure aspettare che la Regione dia il via libera alla Asl di Latina per avviare un nuovo concorso.

La cosa potrebbe accadere in tempi brevi, anche se la Regione sta pensando a un concorso unificato per tutte le Asl del Lazio. Molto diversa la situazione per la prima prova del concorso finito sotto la lente della procura, quello per 23 posti di assistente categoria C. Lì la Asl nulla ha potuto: quella procedurta è conclusa, ma gli assunti (anche quelli che non sono stati sfiorati dall'indagine) non possono dormire sonni tranquilli. Se una sentenza accerterà che quella procedura è stata viziata - spiegano dall'Azienda sanitaria - dai favoritismi, la procedura sarà nulla ab origine e i contratti sottoscritti decadranno, sarà come se non siano mai stati stipulati. Questo vuol dire che sui 23 vincitori peserà una spada di damocle per anni, visto che una eventuale sentenza dovrà essere definitiva e passata in giudicato. Conoscendo i tempi della giustizia ci vorranno anni, frse cinque, magari di più. Un disastro per tutti, ma soprattutto per chi non era stato favorito e anche per chi era entrato in graduatoria.


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Il Messaggero