Comune e Prefettura firmano il protocollo antimafia

Comune e Prefettura firmano il protocollo antimafia
IL DOCUMENTOAbbassamento delle soglie economiche degli appalti sottoposti a controllo; ampliamento degli ambiti che vengono verificati; maggiori capacità di indagine nelle...

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IL DOCUMENTO
Abbassamento delle soglie economiche degli appalti sottoposti a controllo; ampliamento degli ambiti che vengono verificati; maggiori capacità di indagine nelle imprese che si propongono per lavorare con la pubblica amministrazione. Sono i contenuti principali del Protocollo antimafia, firmato da Comune e Prefettura di Latina, e che andrà ora all'approvazione della giunta e alla ratifica del Viminale. Illustrato ieri in commissione Affari istituzionali, l'attoblinderà gli appalti pubblici del Comune di Latina da potenziali infiltrazioni sia nelle aggiudicazioni che nei subappalti, dunque anche in fasi successive all'affidamento di lavori. In prima istanza la novità riguarderà settori come i lavori pubblici, l'ambiente e il commercio. 

«Abbiamo tante funzioni di controllo, da quelli amministrativi all'anti corruzione - ha esordito il segretario generale del Comune, Rosa Iovinella - altro è il protocollo antimafia, che prevede regole di tipo autoritativo, che prescindono dal potere tradizionale della pubblica amministrazione per imperniarsi nel potere di Prefettura, forze dell'ordine e magistratura inquirente. Grazie al protocollo, si possono ricevere informative e interdittive, non solo sentenze che abbiano investito soggetti in materia di mafia, ma addirittura informazioni di cui dispongono le forze dell'ordine relative a parentele, rapporti stretti, compartecipazioni, frequentazioni. Su questi soggetti, oggi noi possiamo accedere alla banca dati nazionale in occasione di atti come i rogiti; invece, grazie ai protocolli di legalità, l'ambito si allarga anche a altre tematiche, come attività produttive, urbanistica, lavori pubblici, per avere molte più informazioni». Secondo la Iovinella, quindi, mentre «con il diritto amministrativo e l'anticorruzione l'ente guarda soprattutto dentro di sé, con i protocolli antimafia si guarda anche a fenomeni come la criminalità organizzata». È poi Paola Arca, che ha curato direttamente la redazione del testo, «ila documentazione antimafia, richiesta su istanza della pubblica amministrazione, può essere una comunicazione o un'informazione: la prima è meno pregnante, va a indagare il soggetto rispetto a cause di decadenza come condanne per associazione a delinquere; invece l'informazione scende più in profondità, ci dice se l'impresa ha subito tentativi di infiltrazione mafiosa per cui potrebbe essere a rischio». Non è tutto: con il protocollo si abbassano le soglie economiche degli affidamenti per i controlli: 150mila euro per i servizi e 50mila euro per i sub contratti, come anche si sottopongono a controlli soggetti che ad esempio richiedono oneri a scomputo per licenze edilizie o licenze commerciali, ricettive, stabilimenti balneari, pubblico intrattenimento, sale giochi, sale scommesse.

Andrea Apruzzese
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Messaggero