Foto turistiche o veri e proprio sopralluoghi in località da colpire. Il Colosseo, Circo Massimo, piazza di Spagna a Roma e Trieste in Friuli. Il gruppo di cinque afgani...
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IMMIGRAZIONE CLANDESTINA
Il gruppo accusato di aver composto una cellula legata all’Isis in Italia è composto da Qari Khesta Mir Ahmadzai, Surgul Ahmadzai e Hakim Nasiri. A destare l’attenzione è stato in particolare Surgul Ahmadzai, intento, nel dicembre 2015, a videofilmare la struttura commerciale Ipercoop di Bari mediante un telefono cellulare. Di lì il fermo dell’intero gruppo e il sequestro di tutti i loro cellulari, compreso quello di Gulistan Ahmadzai che però è accusato di aver favorito l’immigrazione clandestina in Italia. Il materiale trovato nei cellulari dei tre, però, scrivono i pm, tra immagini di militanti talebani, file audio scaricati dal web con preghiere, indottrinamenti di matrice islamica radicale, video con tributi ai parenti e amici detenuti nel campo di prigionia di Guantanamo, con l'obiettivo - secondo la Dda di Bari - di diffondere «l'ideologia violenta della guerra santa e le tecniche di combattimento (manuali operativi, manuali di fabbricazione di esplosivi) mediante lo strumento di internet».
IL VIDEO CONDIVISO
Le intercettazioni citate nell’ordinanza identificano come profilo particolarmente vicino a gruppi di miliziani soprattutto quello di Hakim Nasiri, «chiara la vicinanza ideologica e politico-religiosa ai gruppi violenti palestinesi - dicono gli atti - come emerge dalla condivisione di un video dal titolo “Arrests and clashes at Netanyahu’s visit in London” che si traduce in “Arresti e scontri a Londra durante la visita di Netanyahu”. Nasiri lo ripropone con il seguente personale commento: “Mother fucker Israel. Free Palestine Save Gaza Plzz. I love Palestine” - che si traduce in “Figlio di puttana israeliano... Palestina libera Salva Gaza... Io amo la Palestina». Ma è l’intero gruppo ad aver insospettito gli investigatori anche per l’incrocio tra il loro attivismo su internet e gli affari relativi al traffico di migranti provenienti dall’Afghanistan che pagavano circa 1.200 euro per arrivare in Europa. Gulistan, apparentemente il più laico del gruppo fermato, a marzo dello scorso anno era persino preoccupato. Al telefono con un contatto che gli permetteva di far arrivare i «ragazzi» a Calais si sfoga con un amico che teme «Questi bastardi dell’Isis che fanno attentati». Gulistan risponde: «Quello che fanno loro, lascia stare! Cosa te ne frega a te! Lascia che muoiano tra di loro!»
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Il Messaggero