Colf e badanti, reati record in famiglia: aumentati del 30% in un anno furti di oggetti e minacce

Colf e badanti, reati record in famiglia: aumentati del 30% in un anno furti di oggetti e minacce
Furti di soldi, gioielli, pellicce, ma anche, più semplicemente pacchi di pasta, farina, detersivi. Poi danneggiamenti. Fino ad arrivare, decisamente più gravi, a...

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Furti di soldi, gioielli, pellicce, ma anche, più semplicemente pacchi di pasta, farina, detersivi. Poi danneggiamenti. Fino ad arrivare, decisamente più gravi, a maltrattamenti e stalking. I reati penali compiuti nell’ambito del lavoro domestico, nell’ultimo anno, sono aumentati del 30%. Nel 70% dei casi si tratta di reati contro il patrimonio, come i furti appunto. Nel 30%, di reati contro la persona. A registrare il fenomeno e il sensibile incremento, è Domina-Associazione nazionale famiglie datori di lavoro domestico. Nel 90% dei casi a commettere reati sono stranieri, che rappresentano la maggior parte delle persone impiegate nel settore - solo il 17,1% dei lavoratori domestici è italiano - e nel 40% si tratta di romeni e ucraini. 


I CASI
«Negli ultimi due anni - dice Lorenzo Gasparrini, segretario generale associazione nazionale Domina (www.associazionedomina.it) - sono emerse tipologie di reato nuove per il settore, come lo stalking. Finito il rapporto professionale, alcuni lavoratori si trasformano in stalker per l’ex datore di lavoro e la famiglia, sfruttando la conoscenza di orari e abitudini di chi vive in casa. Chiedono soldi, spesso molti, per lasciare in pace i malcapitati. Lo stalking ormai rappresenta il 20% del totale dei reati penali nel lavoro domestico. Tra 2016 e 2017 i casi sono aumentati del 50%». E il dato potrebbe essere sottostimato. 

Stalking e tentate - a volte riuscite - estorsioni, spesso, non vengono denunciati per vergogna o paura. «Ci sono badanti che hanno assistito un anziano che, quando il rapporto di lavoro si conclude, si rivolgono alla famiglia, chiedendo migliaia di euro oltre ai pagamenti avuti. La richiesta più frequente, da quello che abbiamo potuto riscontrare, è di 25mila euro. La minaccia sempre la stessa: dicono che, se non riceveranno la somma, denunceranno di essere stati pagati per meno ore di quelle lavorate. Dato che molti di questi rapporti sono gestiti in nero, totalmente o parzialmente, in tanti preferiscono pagare. Peraltro, parecchi di questi episodi si verificano quando il rapporto si è concluso perché l’assistito è venuto a mancare, quindi la famiglia è in un momento di fragilità emotiva».
Aumentano pure falsi matrimoni o lasciti testamentari frutto di truffe. «Non tutti sono falsi. La badante è fondamentale per la vita dell’anziano, alcuni le sposano per lasciare loro l’eredità invece di darla a parenti che non li hanno seguiti. Le truffe però non mancano e spesso vedono i figli costretti a impugnare gli atti per ottenere giustizia».

IN AUMENTO
Sale il numero di furti, in particolare quelli minori. «Crescono le sparizioni di cibo. La spesa sembra non bastare mai. Se prima, per una settimana, si spendevano quaranta euro poi iniziano a spendersene settanta. Molti furti, specie di alimenti o simili, non sono denunciati». 
Secondo le analisi Domina, nel Nord Italia a crescere sono soprattutto ruberie e richieste economiche. Al Sud, le minacce di vertenze. A Roma spiccano stalking e furti minori. Più difficile avere notizia dei maltrattamenti, anche psicologici, spesso scoperti tardi dalla famiglia stessa dell’anziano che, pur di non perdere l’aiuto, preferisce sopportare. 

LA DIFESA
Come difendersi? «I proprietari di casa possono installare videocamere al suo interno, non per controllare il lavoro ma per questioni di sicurezza. Presenza e posizione devono essere comunicati al lavoratore. Abitualmente, è un ottimo deterrente. Se si sospettano reati contro la persona, bisogna rivolgersi alle forze dell’ordine e verificare come installare videocamere senza darne notizia o farle notare». 

Non solo i lavoratori compiono reati. «Alcuni datori di lavoro commettono abusi e maltrattamenti - conclude Gasparrini - o si rendono colpevoli di sfruttamento. Ci sono casi estremi nei quali i lavoratori vengono chiusi in casa per giorni o magari sono privati di passaporti o permessi di soggiorno. Si tratta di episodi meno frequenti ma comunque in aumento». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero