Latina, liceo Classico, gli studenti: «Diritti negati la protesta va avanti»

Latina, liceo Classico, gli studenti: «Diritti negati la protesta va avanti»
La protesta al Liceo Classico sale di un altro gradino. Come avevano ventilato ieri un gruppo di genitori che ha i figli in una classe dell'Alighieri ha presentato un esposto...

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La protesta al Liceo Classico sale di un altro gradino. Come avevano ventilato ieri un gruppo di genitori che ha i figli in una classe dell'Alighieri ha presentato un esposto all'Ufficio scolastico regionale chiedendo interventi ispettivi contro la dirigente Eleonora Lofrese. I genitori portano all'attenzione dell'Ufficio «i gravissimi comportamenti assunti in questi giorni dal dirigente scolastico». I genitori parlano di «atteggiamenti discriminatori, ritorsivi ed estorsivi anche con l'utilizzo di torpiloqui e insulti in direzione del corto studentesco in un clima di crescente oppressione».

Secondo i genitori i fatti sono gravi «e si ritiene possano essere portati anche all'attenzione della Procura della Repubblica», riservandosi di far valere in sede penale i propri diritti.


La protesta al classico è esplosa nei giorni scorsi per la mancata accensione dei termosifoni con gli studenti costretti a far lezione con sei gradi. Ma i problemi si trascinavano da tempo. «Purtroppo, già ad inizio anno scolastico erano state segnalate alla Dirigenza le motivazioni che oggi ci spingono a manifestare, ovvero la mancata apertura della palestra, sulla quale, di settimana in settimana, ci venivano indicate motivazioni sempre diverse con la pubblicazione di circolari che sistematicamente venivano rimosse. Anche l'auditorium, che a detta della preside era chiuso per motivi di inagibilità, è stato però aperto diverse volte, ma mai per attività proposte da noi studenti, adducendo anche qui motivazioni differenti fino all'impossibilità di controllare i green pass per l'accesso. A tutta questa situazione si aggiunge la costrizione a rimanere in classe anche durante la ricreazione, senza permetterci l'uscita in cortile, che non è come spesso sottolineato solo un capriccio, ma un'esigenza concreta che riguarda, in primo luogo, la possibilità di arieggiare le classi così da ridurre il rischio di contagio, la necessità di non gravare sulla condizione psicofisica degli studenti e infine il bisogno di socializzare tipico dell'ambiente scolastico». Per tutto questo annunciano che «risulta necessario proseguire il percorso intrapreso per difendere le nostre libertà di studenti e acquisire nuovamente quei diritti che ci spettano».
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Il Messaggero