Latina, classi sotto pressione, genitori sempre più esasperati

Latina, classi sotto pressione, genitori sempre più esasperati
«Sono anche pronto a incatenarmi davanti alla scuola», è esasperato il genitore di una bambina che frequenta la materna della scuola Sibilla Aleramo, che fa...

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«Sono anche pronto a incatenarmi davanti alla scuola», è esasperato il genitore di una bambina che frequenta la materna della scuola Sibilla Aleramo, che fa parte dell'istituto comprensivo Tasso di Latina, chiusa lo scorso 17 gennaio per i casi di positività riscontrati tra alunni e personale scolastico. «Siamo rientrati a scuola ieri - spiega - dopo la quarantena, ma nella stessa giornata ci hanno comunicato che un'altra alunna, a seguito del tampone fatto oggi, è risultata positiva. Solo che non viene a scuola dal 17. Nonostante questo dobbiamo proseguire con la quarantena fino al 27. Dunque altri due giorni, ma perché? Se la bambina positiva non è più rientrata in aula, non frequenta da lunedì scorso, per quale motivo è stato deciso un nuovo stop? Siamo veramente al limite, noi genitori non capiamo più come comportarci».


Anche i dirigenti scolastici si trovano in una condizione molto difficile con la gestione delle quarantene, in particolare con la scuola materna, dove i bambini non indossano la mascherina e non possono vaccinarsi, a questo si aggiunge il fatto che la Asl non riesce a stare dietro a così tanti positivi, e tutto si complica. Lo spiega bene l'assessore alla pubblica istruzione del Comune di Latina, Laura Pazienti: «Siamo al limite. Sapevamo che al rientro in classe i casi sarebbero esplosi, abbiamo 2 mila contagi a settimana nel mondo della scuola, e i dirigenti si trovano a far fronte a tutto. Una situazione folle con protocolli diversi per ogni ordine di scuola. Il preside di un istituto comprensivo deve applicare regole diverse a seconda che si tratti di materna, primaria o medie. Ora la chiusura non avrebbe più senso perché si spera sia arrivato il picco, ma anche questo stop and go non è salutare, né per i docenti, né per i bambini. Non parliamo poi della didattica mista, alcuni bambini a casa, altri a scuola, come può un insegnate gestire tutto? Probabilmente è necessario cambiare i protocolli. Se poi si ammala il docente il tutto si complica ancora di più - spiega Pazienti - i supplenti non ci sono e gli alunni non si possono mischiare, come accadeva prima della pandemia perché verrebbe meno il sistema delle bolle». Per fare un elenco delle criticità da presentare al Prefetto Maurizio Falco nel prossimo tavolo con la Asl, l'assessore e il sindaco Damiano Coletta incontreranno, tramite call, i dirigenti scolastici sia degli istituti comprensivi che delle superiori: «Non vogliamo cercare soluzioni, non è in nostro potere, ma stilare proprio una lista da presentare al Prefetto che a sua volta potrà inviarla al Governo, il quale continua a sostenere che va tutto bene», conclude Pazienti.

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Il Messaggero