Chiusa l'inchiesta sui falsi per la gara delle ambulanze

Chiusa l'inchiesta sui falsi per la gara delle ambulanze
GIUDIZIARIAÈ stata chiusa l'inchiesta sulle false attestazioni per l'aggiudicazione della gara del trasporto infermi nella Asl di Latina. Sotto accusa ci sono il rappresentante...

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GIUDIZIARIA
È stata chiusa l'inchiesta sulle false attestazioni per l'aggiudicazione della gara del trasporto infermi nella Asl di Latina. Sotto accusa ci sono il rappresentante legale della Heart life Croce amica srl,Fabio Cutuli Caminiti, e il docente e responsabile del piano formativo della società, Andrea Danzè. Nel presentare l'offerta, infatti, era stato attestato che due dei medici che avrebbero svolto il servizio avevano frequentato i previsti corsi di formazione in un caso di addetti alla lotta antincendio e gestione emergenza rischio alto, in un altro di formazione e informazione generale sui rischi previsto dal decreto legislativo 81. Nel primo caso il medico in questione, nelle date indicate per la partecipazione al corso, era in servizio presso la postazione 118 di Latina Scalo. Nel secondo, sempre nelle date indicate per il corso, l'altro medico era in servizio presso l'ambulanza spot di Cisterna. In entrambe le circostanze - ironia della sorte - i medici svolgevano attività per conto della Croce bianca che all'epoca era in raggruppamento temporaneo d'impresa proprio con la Croce amica, prima che l'inteo appalto del 118 passasse a quest'ultima con una procedura contestata da Croce bianca. Nel frattempo le due aziende avevano partecipato, separatamente, alla gara per l'aggiudicazione del servizio di tasporto infermi della Asl.

Secondo il pubblico ministero che ha notificato l'atto di chiusa inchiesta, i due indagati nel presentare documenti falsi hanno tentato di turbare la gara d'appalto indetta dalla Asl. Il solo rappresentante legale, invece, è accusato di aver attestato falsamente che la sua società era in possesso «dei requisiti minimi di capacità tecnica e professionale di cui al disciplinare di gara».

A questo punto gli indagati avranno venti giorni di tempo per chiedere di essere ascoltati o produrre memorie. Successivamente il sostituto procuratore Giuseppe Bontempo, che ha seguito l'indagine, potrà chiedere il rinvio a giudizio o meno dei due rappresentanti coinvolti.
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Il Messaggero