Centrodestra, Forza Italia si smarca: «Uniti, ma trattiamo da soli»

Centrodestra, Forza Italia si smarca: «Uniti, ma trattiamo da soli»
IL DOCUMENTO Il centrodestra farà partire la consiliatura, che vede FI, FdI, Lega e Latina nel cuore maggioranza in Consiglio di fronte al sindaco di Lbc e Pd, Damiano...

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IL DOCUMENTO
Il centrodestra farà partire la consiliatura, che vede FI, FdI, Lega e Latina nel cuore maggioranza in Consiglio di fronte al sindaco di Lbc e Pd, Damiano Coletta, ma si aprono le prime crepe, personali e di partito. Ieri mattina, l'atteso vertice di FdI, FI, Lega e Udc, che ha visto unità a parole ma non proprio concordia, anzi.


All'incontro erano presenti i coordinatori regionali di Fratelli d'Italie e Lega, i deputati Paolo Trancassini e Claudio Durigon, i coordinatori provinciali di Fratelli d'Italia, Forza Italia e UDC, senatore Nicola Calandrini, Alessandro Calvi e Giuseppe Di Sangiuliano, il candidato sindaco, Vincenzo Zaccheo e i consiglieri comunali eletti.
Discutendo del risultato del primo turno (con le liste arrivate al 53% e il candidato sindaco solo al 48%), fgli animi si sono surriscaldati. Qualcuno ha puntato il dito contro uno dei consiglieri comunali della Lega, Massimiliano Carnevale, che però non c'è stato a fare da capro espiatorio, ribadendo di avere fatto il suo dovere in campagna elettorale. Toni accesi e voci sul punto di trasformarsi in grida. «Ma la cosa è durata pochi secondi: eravamo in 20 - racconta Raimondo Tiero, consigliere anziano di FdI - e in una riunione politica ci può stare un minimo di tensione su un ipotetico mancato sostegno al sindaco, ma è durata veramente pochi secondi».
DUE DOCUMENTI
Al termine del vertice, però, non è stato emesso solo un documento, quello unitario di centrodestra, ma anche uno specifico da parte di Forza Italia. E non è cosa da poco: FI rivendica la possibilità di parlare autonomamente con il sindaco. In quello unitario, si afferma che «la riunione (di ieri, ndr) ha posto le basi strategiche per dare il via alla seconda amministrazione Coletta, in cui il centrodestra è maggioranza in grado di rivendicare obiettivi programmatici, e ruoli come la presidenza del Consiglio e di tutte le commissioni. Le liste hanno ribadito di non voler entrare in alcun modo nella giunta, neanche dando indicazioni di personalità esterne. Si auspica inoltre che il sindaco possa comporre una giunta di alto profilo, di figure esclusivamente tecniche e non politiche. Allo stesso modo è stato ribadito di non volere né sfiduciare il sindaco in partenza, né di firmare alcun patto di consiliatura. Il Consiglio è organo di indirizzo e controllo, e il centrodestra intende esercitare questa funzione, attuando il programma per il quale è stato votato, partendo dai punti necessari per rimettere in modo l'economia».
La coalizione infine, si rivedrà prima del Consiglio del 9 novembre. In pratica, il centrodestra ha ribadito tre concetti: la giunta è del sindaco, in Consiglio la maggioranza è un'altra, e non si nomina mai il Patto per Latina di Coletta. Con accenti diversi la posizione di FI: si ribadisce che non si intende entrare in giunta, nonché l'unione della coalizione. Ma, «come FI, riteniamo indispensabile il rispetto dell'azione politica e delle proposte dei singoli partiti. Fermo restando quindi la condivisione dei punti principali del programma sindacale del centrodestra, dal porto di Foce Verde alla conversione completa del nucleo di fondazione per l'università, crediamo sia necessario che ogni partito possa interloquire in modo autonomo con il sindaco Coletta; FI inviterà anche le altre forze a scegliere tale percorso».

È una rottura, la prima significativa rottura nel fronte della coalizione di centrodestra. Finora i partiti che si erano presentati uniti al voto avevano mantenuto una linea comune ribadendo la necessità di presentarsi uniti di fronte a Coletta. Adesso invece ogni partito vuole trattare in proprio con Coletta, trovare una intesa su ogni singolo tema anche senza l'accordo con gli alleati. Fdi ieri aveva ribadito di accettare solo una giunta tecnica e un patto a termine, ma poi è arrivato lo smarcamento di Forza Italia.

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Il Messaggero