Una porta nascosta per duemila anni sotto strati di terra. Un varco che svela l’accesso segreto ad una scala a chiocciola in mattoni perfettamente conservata, che scende per...
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Siamo sull’ampia terrazza che forma l’angolo nord-est del colle degli imperatori. È qui che nel 2009 (grazie alla concessione con la Soprintendenza archeologica) la Villedieu calamitò l’attenzione mediatica di tutto il mondo riportando alla luce una porzione dell’eccezionale edificio neroniano a pianta circolare. Ne seguì un animato dibattito tra accademici. Tra chi rinnegava l’attribuzione alla sala rotante di Nerone, e chi plaudeva all’intuizione della Villedieu per aver scavato proprio in quell’area. L’archeologa è andata avanti per fare sempre più chiarezza, raccogliendo finanziamenti per l’impresa (devolvendo persino il fondo del Grand Prix d’archeologie che ha vinto nel 2013). Svetonio, incline ai dettagli esuberanti, descriveva la “coenatio rotunda” come un ambiente favoloso che girava di giorno e notte su se stesso imitando il movimento della terra, per affacciarsi sulla valle del Colosseo, quando ancora non esisteva l’Anfiteatro Flavio e al suo posto c’era il vasto lago delimitato dal portico del vestibolo della Domus Aurea. Non a caso, come evidenzia la Villedieu, la testa del Colosso di Nerone (la statua del dio Sole col volto di Nerone che spiccava nel vestibolo) doveva trovarsi alla stessa quota della sala rotante.
GLI INDIZI Insomma, un’architettura di una potenza poco comune. «Sono talmente tanti gli indizi che ormai siamo certi che si tratti della coenatio rotunda», insiste la studiosa. Altro che cold case, dunque. Le nuove prove sono emerse nell’ultimo scavo avviato nel 2014, e illustrate nel convegno “Il Palatino tra Tiberio e Massenzio” organizzato dalla Soprintendenza archeologica di Roma, dall'Ecole Française e dall’Istituto Germanico. L’architettura è un virtuosismo di muri, archi e raggi sul leitmotiv della forma circolare. La pianta è complessa: «L’edificio è costituito da 3 elementi concentrici - ricorda la Villedieu - un pilone centrale del diametro di quasi 4 metri, circoscritto da due muri anulari. Il più esterno raggiunge i 22 metri di diametro per circa 26,80 metri di circonferenza. Il più interno disegna un diametro di 16 metri». Non finisce qui: «Il pilone centrale e il primo muro anulare sono collegati da 8 archi a tutto sesto disposti su due livelli. Uno alla sommità, proprio sotto il pavimento ligneo rotante, l’altro 6 metri più in basso». La campagna di scavo è riuscita a scendere fino a questo livello, dove il pilone ha regalato la sorpresa: «È venuta alla luce una porta che dà accesso ad una scala a chiocciola - dice la Villedieu - organizzata intorno ad un asse centrale di quasi 90 centimetri di diametro, mentre la scala misura 75 centimetri di larghezza. I gradini sono fatti di mattoni così come i piedritti, accuratamente levigati per seguire le curvature del muri».
L’ESPLORAZIONE L’esplorazione della scala («la prima a chiocciola in mattoni nota») ha permesso di raggiungere il pianerottolo inferiore e di stabilire l’altezza complessiva dell’edificio.
Il Messaggero