Latina, smartphone in classe, il prof delle vignette: “Cellulari a scuola, ho scelto di educare”

Latina, smartphone in classe, il prof delle vignette: “Cellulari a scuola, ho scelto di educare”
Era il 21 settembre quando Bruno Di Marco ha pubblicato una vignetta con il professore che lascia il telefono sulla cattedra dicendo ai suoi alunni: Metto il mio a dormire qui...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Era il 21 settembre quando Bruno Di Marco ha pubblicato una vignetta con il professore che lascia il telefono sulla cattedra dicendo ai suoi alunni: Metto il mio a dormire qui sulla cattedra! Gli fate compagnia con i vostri?. E la risposta dei ragazzi: Ok profs. Bruno di Marco è un docente del Manzoni di Latina che ha disegnato scorci della sua professione su alcune vignette che sono diventate anche un libro, Profs. Un lavoro costruito attraverso l'osservazione quotidiana degli studenti che frequentano il Liceo Statale Manzoni di Latina. «Non è satira, ma un modo per raccontare un mondo estremamente coinvolgente dal punto di vista emotivo», aveva spiegato l'autore durante la presentazione definendo le classi «un enorme miscuglio di ansie, incertezze, incomprensioni, paure, emicranie, gioie, soddisfazioni, entusiasmi, sogni, bisogni da elaborare giorno per giorno per poter andare avanti».


Questa vignetta fa ancora più riflettere dopo quanto accaduto al liceo Majorana di Latina. Ma quale è stata la genesi di quella vignetta, e quale è stato l'approccio all'argomento del prof in classe? «Quello che io ho riportato è un estratto di quello che accade nelle mie nove classi e c'entra poco con quanto accaduto al Majorana - spiega Di Marco - i contesti sono assolutamente diversi perché nel caso del liceo scientifico il dirigente è stato costretto a intervenire con una misura più restrittiva. Quindi prima di spiegare cosa mi ha portato a fare quella vignetta è importante dire che esprimo profonda solidarietà alla scuola con la speranza che si arrivi presto a una conciliazione. Detto questo, la mia vignetta nasce da un contesto preciso ed è importante fare una premessa: il cellulare per i ragazzi, ma anche per noi docenti, è un elemento di distrazione. Quindi a ognuna delle mie nove classi all'inizio dell'anno faccio vedere alcune slide con la norma ministeriale che disciplina l'utilizzo dei dispositivi in classe. I telefoni sono vietati a meno che non servano per fini didattici (e anche a questo Di Marco ha dedicato una vignetta in cui i ragazzi sono invitati a lasciare i telefoni e poi, causa mancato funzionamento della Lim, invitati a riprenderlo per seguire la lezione dallo stesso telefono). E poi mostro anche articoli in cui vengono spiegati gli effetti negativi, che ovviamente non sono gli unici perché ce ne sono molti altri positivi. Partendo da questo presupposto, ho invitato i miei studenti a fare almeno un'ora di astinenza dal cellulare durante le mie lezioni. E devo dire che la risposta è sempre stata positiva perché hanno compreso l'importanza di essere presenti, qui e ora, per ascoltare e capire le lezioni. Io lo chiamo il rito e a volte, quando lo dimentico, sono gli stessi alunni a ricordarmelo. Credo sia importante far capire loro il senso e il perché di questa azione che li induce inevitabilmente a essere concentrati su quello che accade intorno a loro», spiega il professore e non a caso la didascalia della vignetta pubblicata il 21 settembre scorso recita: Cellulari a scuola: vietare o educate? Ho scelto di educare! Li educo a stare un'ora senza!
  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero