Caso escort, il governo parte civile contro Berlusconi e Lavitola

Caso escort, il governo parte civile contro Berlusconi e Lavitola
LO SCANDALOROMA Palazzo Chigi si costituisce parte civile nell'udienza preliminare che vede imputati Silvio Berlusconi e l'ex direttore de L'Avanti Valter Lavitola, perché...

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LO SCANDALO
ROMA Palazzo Chigi si costituisce parte civile nell'udienza preliminare che vede imputati Silvio Berlusconi e l'ex direttore de L'Avanti Valter Lavitola, perché accusati di aver indotto Gianpi Tarantini a mentire alla magistratura barese sulle notti ad Arcore con ragazze a pagamento. Il Governo apre la strada alla richiesta di risarcimento. E le ragioni della costituzione sono le stesse avanzate a Milano, nel processo Mills per corruzione in atti giudiziari, dove il Cavaliere aveva goduto della prescrizione. Il ragionamento seguito dagli avvocati dello Stato è che rendere dichiarazioni reticenti e mendaci alla procura ha danneggiato il regolare andamento dell'amministrazione della giustizia, a maggior ragione perché Berlusconi, all'epoca dei fatti contestati, era presidente del Consiglio.

LA DIFESA
La decisione è sembrata uno sgambetto alla difesa, tanto che l'avvocato Niccolò Ghedini che assiste l'ex premier, ha dichiarato: «Di solito, in questi casi, l'avvocatura dello Stato chiede di costituirsi nella prima udienza dibattimentale, non durante l'udienza preliminare, ma non intendo polemizzare, diciamo che quando c'è Berlusconi di mezzo, sono abituato ad aspettarmi di tutto». La legge prevede anche che la costituzione di parte civile possa essere fatta all'apertura del processo, e quindi, dopo la decisione del giudice di rinviare o meno a giudizio gli imputati.
Ieri, la costituzione è stata ufficializzata davanti al gup Anna Rosa Depalo. I due imputati erano assenti. E su richiesta del procuratore aggiunto Pasquale Drago l'udienza è stata rinviata al 30 gennaio per permettere all'accusa di acquisire le testimonianze rese nel dibattimento dell'altro processo sulle escort provenienti dalla scuderia Tarantini, e di acquisire la trascrizione delle intercettazioni telefoniche tra Berlusconi e Gianpi, sulle quali il Tribunale ha disposto una perizia che eliminerà gli omissis posti dai pm per coprire fatti non penalmente rivelanti e qualche volgarità.
LA PRESCRIZIONE
«Se le ragazze dovessero confermare a dibattimento quanto dichiarato nella fase delle indagini, il processo prenderà una piega positiva per Berlusconi - aggiunge ancora Ghedini - noi ci siamo associati alla richiesta di acquisizione perché riteniamo possa essere utile per la difesa». I legali del Cavaliere, poi, aderendo alla richiesta del pm di rinvio dell'udienza, hanno chiesto la sospensione dei termini di prescrizione del reato che cadrà nel 2018. Non viene esclusa anche l'eventuale richiesta di riti alternativi.

Secondo l'accusa, Berlusconi e Lavitola avrebbero indotto Tarantini a mentire ai pm (negli interrogatori del 29 e 31 luglio 2009) sul fatto che l'ex premier ignorasse che le ragazze che lui portava a Palazzo Grazioli, Villa Certosa e ad Arcore fossero prostitute. In cambio delle sue bugie “tra l'estate 2010 e l'agosto 2011 - è la tesi dell'accusa - avrebbe ricevuto da Berlusconi, tramite Lavitola, circa 20 mila euro al mese. E in seguito gli furono messi a disposizione, tramite Lavitola, su un conto di una banca uruguaiana, 500 mila euro (solo in parte incassati) per pagare ogni tipo di spesa.
Cristiana Mangani
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Il Messaggero