«Ma siete impazziti ad attaccare il povero Vespa. E poi in quel modo, dicendogli che deve vergognarsi? Vespa ha fatto il suo lavoro. La vergogna non è quello che è successo...
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Lei li avrebbe invitati.
«Ma certo, di cosa stiamo parlando?! Suvvia..! Su quelle sedie bianche, che non sono fonti battesimali sia chiaro, ci abbiamo visto seduto in tutti questi anni personaggi di tutti i tipi. Anche chi ora sta in galera».
A parte poche eccezioni la politica sembra pensarla esattamente all’opposto.
«Vespa, lo ripeto, ha fatto il suo lavoro. E siccome sa bene che le chiacchiere della politica non fanno più ascolti ha chiamato in studio i Casamonica. E non ci vedo nulla di sbagliato. Anche perché mi sembra che l’altra sera da chi era in studio, due giornalisti che stimo molto, non siano stati lanciati petali rosa. I petali rosa li ha lanciati casomai l’elicottero. La considerazione da fare, mi scusi, però è un’altra».
Prego.
«La cosa invereconda è che ancora una volta la tv arriva soltanto alla fine, quando si scopre che l’VIII Re di Roma, il vero imperatore è un gruppo di “zingari”. É di questo che la politica dovrebbe vergognarsi».
C’è chi dice che i consiglieri di amministrazione andavano consultati.
«Non spetta ai consiglieri d'amministrazione ma al direttore generale decidere se sia opportuna o meno la decisione di invitare i Casamonica a Porta a Porta. Certo, se vogliamo dirlo, è un po’ surreale che dopo Renzi siano stati ospitati i Casamonica, ma è il talk postmoderno che crea queste assonanze».
Il sindaco di Roma Marino ha dichiarato che la Rai ora deve scusarsi. Che quell’invito in via Teulada è un insulto.
«Ma per favore... per favore! Roma è stata infangata da quel corteo funebre diventato corteo regale, non dalla trasmissione di Vespa».
Lo sa che così dicendo lei è completamente fuori dal coro?
«Mi spiace ma per questo cose io vado per conto mio. E le dicevo anche quando mi lamentavo per l’allontanamento di Luttazzi».
Anche Grillo non la pensa come lei.
«Ma si sta sbagliando, la censura non ci deve mai essere. E mi meraviglio che lui non capisca questo». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero