Quel foglietto di Moggi junior: «Lavoriamo con questi nomi»

Quel foglietto di Moggi junior: «Lavoriamo con questi nomi»
 Gestiva e gestisce calciatori in tutta Italia, è tra i procuratori sportivi più ambiti. Uno di quelli capaci di prendere il ragazzo talentuoso, quello giusto,...

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 Gestiva e gestisce calciatori in tutta Italia, è tra i procuratori sportivi più ambiti. Uno di quelli capaci di prendere il ragazzo talentuoso, quello giusto, e spararlo nell’iperuranio dei contratti milionari. Eppure, nell’ufficio del procuratore calcistico Alessandro Moggi gli uomini della Guardia di finanza di Napoli hanno trovato un semplice foglietto vergato a mano. Poche carte bollate o atti controfirmati da notai. Per molti giocatori, si legge nell’ordinanza firmata ieri dal gip di Napoli Toscano, basta quel «appunto manoscritto nel quale sono riportati nominativi di calciatori» e la scritta, anche questa a mano, «Lavoriamo con».


I FOGLIETTI La situazione cambia da giocatore a giocatore e spesso sono quelli più costosi e prestigiosi ad essere gestiti senza passare per scartoffie burocratiche e relativa tassazione. Nel foglietto ci sono alcuni giocatori «contrassegnati con una X indicante quelli per cui è stato depositato il modulo federale» e dunque vengono pagate regolarmente le tasse quando cambiano squadra. Per alcuni nomi noti della serie A, «si puo rilevare che i nominativi dei calciatori Nocerino, Liverani, Foggia, Calaiò e Cristofari non risultano essere stati contrassegnati». Nel loro caso, Moggi si sarebbe fatto firmare il fantomatico ”modulo blu” con cui i giocatori gli conferiscono l’incarico. Ma poi avrebbe evitato di depositarlo, in modo, è l’accusa del procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli e dei pm Stefano Capuano, Vincenzo Ranieri e Danilo De Simone, che le società calcistiche indagate e i relativi giocatori evitassero di pagare le dovute tasse per un totale, accertato dalla Guardia di finanza di Napoli, di 12 milioni di euro.

 

Come raccontano le carte dell’ordinanza di sequestro in capo a 62 indagati, a volte, il meccanismo sarebbe andato persino oltre. E’ il caso di Nicola Legrottaglie, per il quale negli uffici della Gea World Spa non sarebbe stato trovato alcun documento, sebbene la sua appartenenza alla scuderia Moggi finisca costantemente sui giornali e sia stato sempre Moggi, come si legge nell’ordinanza, a trattare lo spostamento del calciatore dal Milan al Catania, nel 2013. Formalmente, il caso è affidato ad un procuratore della Juventus. In sostanza, a gestirlo sarebbe Moggi, che tiene anche il suo nome su un foglietto e, dicono le accuse, avrebbe sul suo tavolo pure i contratti intestati al suo consulente, Marco Sommella.

IL SISTEMA Sebbene lo stesso Moggi parli di procedure regolari e tasse pagate, il risultato, scrive il gip, sarebbe «una sistematica pratica»: «In numerose operazioni contrattuali di trasferimento di calciatori da una squadra ad un altra molti dei procuratori che risultavano aver agito formalmente per la società emettendo regolare fattura per la prestazione resa in realtà risultavano essere pubblicamente noti come agenti dei medesimi calciatori oggetto della trattativa». Fatturando alle società e non ai calciatori, i procuratori sportivi permettono alle prime di detrarre dalle tasse le spese sostenute e ai calciatori di trattare contratti al «netto» delle tasse e del pagamento per l’agente.


PARADISI FISCALI In qualche caso, i soldi, e tanti sarebbero addirittura spariti in paradisi fiscali. Per la trattativa del 2012 sul passaggio di Ezequiel Lavezzi dal Napoli al Paris Saint Germain, il pagamento al mediatore Mazzoni di 2milioni e mezzo di euro sarebbe semplicemente sparito in società di comodo in Uruguay. La fattura pagata a Mazzoni, scrive il gip, ha consentito al calciatore Lavezzi di «portare in deduzione dalla dichiarazione dei redditi presentata in Francia un costo altrimenti non spettante per l’ importo dovuto al Mazzoni di 1 686 000 00» e al «Mazzoni di non contabilizzare in alcun modo la propria prestazione professionale occultandola al fisco Argentino».
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Il Messaggero