«C'è chi sventola bandiere e chi fa denunce» post di Omizzolo irrompe nel caso Soumahoro

«C'è chi sventola bandiere e chi fa denunce» post di Omizzolo irrompe nel caso Soumahoro
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Ci sono strade diverse per aiutare i lavori stranieri che arrivano in Italia e diversi modi di offrire loro accoglienza. Nel pieno della bufera giudiziaria che ha travolto il deputato Aboukabar Soumahoro, la moglie Liliane Murekatete e la suocera indagata per malversazione nella gestione delle cooperative Karibu e Consorzio Aid che si occupano proprio di accoglienza dei migranti, Marco Omizzolo posta su Facebook poche concise considerazioni alle quali allega una foto di un articolo de Il Messaggero che riporta la notizia della denuncia da parte di alcuni cittadini indiani giunti in provincia di Latina nei confronti dei trafficanti di uomini. Un'azione che lui stesso, che da tempo si occupa di assister i braccianti sikh, ha supportato. Giusto per distinguere tra chi sta da una parte e chi dall'altra scrive - chi sventola bandiere e chi firma denunce, chi cerca poltrone e chi invece apre percorsi, chi si sporca le scarpe di fango insieme alla propria coscienza e chi si mette in discussione tra mille limiti e difficoltà in modo coscienzioso e professionale, chi manda messaggi offensivi e chi fa i nomi e i cognomi di trafficanti, traffichini e faccendieri. Esiste un abbaglio multiculturale, come ha più volte scritto il professor Melotti, e chi prova a guardare nel buio e ad accendere una candela. La strada è segnata conclude - e credo vadano applauditi e sostenuti questi ragazzi vittime di tratta che nel pontino hanno trovato la forza e il coraggio per denunciare i loro trafficanti mentre tutti siamo impegnati a fare altro».


Non vuole aggiungere altro alle poche righe che ha scritto il sociologo Eurispes né commentare quanto sta emergendo nelle indagini avviate dalla magistratura sui presunti mancati pagamenti ai dipendenti delle cooperative e sui contratti non regolari né tantomeno sull'altro filone dell'inchiesta relativo alle cattive condizioni nelle quali vivevano gli stranieri all'interno delle strutture gestite da Karibu e Consorzio Aid. Vuole evitare strumentalizzazioni e personalizzazioni. Ma ci ha comunque tenuto a mettere in luce come ci possa approcciare in maniera diversa alle questioni legate all'immigrazione e all'accoglienza di persone in fuga da loro paese.
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Il Messaggero