Roma, vigili con i droni a caccia di buche: ma i rattoppi sono fermi

Caccia alle buche in stile Star Wars: il Campidoglio è pronto a sguinzagliare i droni per rincorrere le voragini che si moltiplicano sulle strade di Roma. «Stiamo...

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Caccia alle buche in stile Star Wars: il Campidoglio è pronto a sguinzagliare i droni per rincorrere le voragini che si moltiplicano sulle strade di Roma. «Stiamo pensando di dare questo strumento agli agenti della Polizia locale, per rafforzare i controlli», racconta il delegato alla Sicurezza della sindaca Virginia Raggi, Marco Cardilli. «Impressionato», dice, da quanto visto tra gli stand della “Cybertech Europe 2019”, la fiera sulla sicurezza informatica e le nuove tecnologie che si è appena conclusa all’Eur. 


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Ecco allora l’idea degli inseguimenti volanti ai crateri che affiorano sulle strade marce con sempre maggiore frequenza: avanti coi droni, l’ultima trovata per provare a mettere riparo a una piaga antica della Capitale, le vie con l’asfalto a brandelli, anche per colpa della manutenzione formato rattoppo. «Puntare sulle tecnologie più innovative è fondamentale per aumentare la sicurezza, su tanti fronti – è convinto il delegato della sindaca – per questo già da qualche mese abbiamo siglato un protocollo con l’Esa, l’Agenzia Spaziale Europea, per sviluppare e testare alcune funzioni come il 5G, la rete di nuova generazione: inizieremo studiando i flussi e gli spostamenti attraverso le connessioni».

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I TEMPI
I primi progetti, spiega Cardilli, partiranno tra qualche mese, a febbraio del 2020. E in questo contesto sta avanzando l’idea di puntare sui droni. «Strumenti professionali, dotati di telecamere ad altissima definizione e di sensori molto sviluppati, in grado di dialogare direttamente con la nostra Centrale operativa. Potrebbero essere utili per controllare i monumenti e per vigilare dall’alto sulle strade, vedere se si formano buche, in modo da velocizzare gli interventi», spiega il delegato di Raggi.
 

Sembra anche un modo per colmare, con la tecnologia, il gap degli organici, dove la coperta è corta: i vigili di Roma, come ricorda spesso la sindaca, sono 6mila scarsi, mentre dovrebbero essere 8mila, così dice la «dotazione teorica» del Corpo, calcolata in base a parametri nazionali. Ecco perché, nonostante le assunzioni dell’ultimo periodo, tocca evidentemente industriarsi.
Certo, bisognerà istruire i vigili a dovere, perché usino la strumentazione in tutta sicurezza. «Con i droni bisogna stare attenti – avverte Cardilli – si possono utilizzare solo in certi contesti, non si possono rischiare incidenti o che magari cadano in testa alle persone». Facile prevedere allora corsi di formazione ad hoc per i pizzardoni che dovranno occuparsi della mansione.
 

NIENTE MULTE
Gli automobilisti habitué della doppia fila, in ogni caso, non hanno di che impensierirsi: i droni non saranno utilizzati per far multe. Almeno non all’inizio della sperimentazione. «Non è un’ipotesi a cui stiamo lavorando, per il momento», dice sempre il Campidoglio. Insomma, le contravvenzioni a strascico non arriveranno “dall’alto”, bastano e avanzano quelle fatte con lo Street control, la telecamera montata sul tettuccio delle auto dei vigili, che ha già fatto schizzare il monte delle sanzioni a quota 1 milione e 100mila in un semestre: solo da gennaio a giugno del 2019, la Municipale ha registrato il 10% delle infrazioni in più rispetto allo stesso periodo del 2018. Addirittura i verbali per la sosta selvaggia sono cresciuti del 40%: dalle 286.287 multe del 2018 alle 401.407 dei primi sei mesi del 2019.

I DANNI

Crescono, purtroppo, anche i numeri di chi si è ritrovato con una gomma forata per colpa delle strade groviera. Il 2018, nella Capitale, è stato un anno record di pneumatici bucati: oltre 45mila, secondo i calcoli di Assartigiani, solo per colpa delle vie con l’asfalto slabbrato. Il 20% in più di due anni fa. E non solo gomme: pure cerchioni, sospensioni, ammortizzatori, bracci oscillanti (quelli che collegano la ruota al telaio), negli ultimi tempi sono stati rimpiazzati a ritmi mai visti. «La verità è che l’aumento degli incidenti va di pari passo col peggiorare delle condizioni del manto stradale. E più una buca è profonda, più crea danni», ha spiegato Francesco Mea, presidente del Car, il Consorzio degli Auto Riparatori. Danni per tutti, s’intende, tranne che per meccanici e carrozzieri.
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Il Messaggero