Bossi: «Salvini capo del centrodestra? Deve ancora farsi un po’ le ossa»

Bossi: «Salvini capo del centrodestra? Deve ancora farsi un po’ le ossa»
«Salvini leader? I voti li ha presi, ma deve ancora farsi le ossa. E poi, vista la legge elettorale, è indispensabile stringere un accordo con Forza Italia. Se il Cavaliere è...

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«Salvini leader? I voti li ha presi, ma deve ancora farsi le ossa. E poi, vista la legge elettorale, è indispensabile stringere un accordo con Forza Italia. Se il Cavaliere è morto? Spero di no». Umberto Bossi, dopo una campagna elettorale passata a battere, comizio dopo comizio, i paesini del Veneto, traccia il bilancio delle elezioni regionali.


Onorevole Bossi, è soddisfatto dell’affermazione della Lega?

«Abbastanza. Mi è piaciuta la vittoria di Zaia in Veneto che riporta d’attualità la questione settentrionale. Prima o poi esploderà e saranno guai per tutti».

Se è solo «abbastanza soddisfatto» significa che si poteva fare meglio?

«In vari Comuni hanno litigano e hanno perso. Non è stato un bello spettacolo vedere il movimento diviso e poi uscire sconfitto in Comuni che governavamo da anni».

La Lega però è avanzata anche in Regioni del Centro, come la Toscana e le Marche. Ciò significa che Salvini come leader funziona?

«Salvini deve ancora farsi le ossa, deve fare esperienza. Ad esempio non ha preso voti al Sud, mentre lui immaginava di andare bene. Il problema è che il Sud ha partecipato troppe volte al banchetto romano con i soldi del Nord e, pur dovendo fare i conti con una fortissima mancanza di lavoro, ancora si illude che votando alla vecchia maniera gli calerà dall’alto il vecchio assistenzialismo. Ma non si potrà andare avanti così ancora a lungo, il Nord è stufo di pagare 200 miliardi di euro di residuo fiscale ogni anno».

Anche lei però non riusciva a sfondare al Sud.

«Già, purtroppo anch’io ho avuto lo stesso problema. Il Sud si è illuso, e continua a illudersi, che tutto andrà avanti come al solito».

Salvini rivendica per sé la leadership del centrodestra, dice di essere l’anti-Renzi. Pecca di presunzione o ha ragione?

«I voti gli danno un po’ ragione. Ma se proprio vuole una rogna, una grana simile, deve per forza mettersi d’accordo con gli altri. Nei prossimi mesi tutto sarà più chiaro e si capirà chi è il leader del centrodestra. Non basta prendere i voti, bisogna tenere conto della legge elettorale e di un milione di altre cose».

Berlusconi e Forza Italia frenano, non sono entusiasti di affidare la leadership a Salvini.

«La verità è che senza un accordo sulle riforme da fare, su un programma, non si combina niente».



Le piace l’idea di una Lega che va da sola alle elezioni? Oppure è indispensabile un’alleanza ampia per poter puntare alla vittoria?

«Bisogna vedere se in Emilia Romagna, in Toscana, nelle Marche i voti presi sono stabili, se sono un ponte per rilanciare. Oppure, se è stato un semplice exploit. E’ presto per dirlo».

Secondo lei Berlusconi come leader è morto o è ancora vivo e vegeto?

«E’ una bella domanda. Spero che sia vivo. Però lo vedremo presto, lo scopriremo quando a palazzo Madama si tornerà a votare la riforma costituzionale del Senato. Se sbraga lì, è morto».

Vittoria in Liguria a parte, Forza Italia ha dimezzato i voti. Si sgretolerà?

«Per ora c’è Berlusconi che tiene insieme i pezzi, fa da punto di riferimento. Poi vedremo...».



Salvini vuole invitare gente del Sud a Pontida. E’ d’accordo?

«No, quella è una festa identitaria del Nord, fa parte della nostra storia. Se invitiamo degli estranei, Pontida rischia di perderebbe la sua valenza. E poi, in ogni caso, non ho ancora conosciuto gente del Sud che vuole darci una mano contro l’assistenzialismo».

Secondo lei perché Renzi ha perso voti?

«Perché a giugno si pagano molte tasse e la gente non sta a sentire le sue chiacchiere. E poi comincia a essere stufa del suo decisionismo arrogante. Più tempo passa, più Renzi piacerà di meno».

Si arriva al 2018 o si vota prima.


«Si vota prima sicuro. Qui tra poco tutto crolla, la gente è esasperata e i vecchi partiti scricchiolano». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero