Renzi blinda Bonaccini: «I candidati li scelgono i cittadini, non i giudici»

Renzi blinda Bonaccini: «I candidati li scelgono i cittadini, non i giudici»
Dal nostro inviato Renato Pezzini BOLOGNA - Stefano Bonaccini va in missione a Roma e torna a casa col nulla osta di Matteo...

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Dal nostro inviato Renato Pezzini





BOLOGNA - Stefano Bonaccini va in missione a Roma e torna a casa col nulla osta di Matteo Renzi: «I candidati li scelgono i cittadini, non i giudici» dice al suo staff il premier.





Dunque, malgrado non ci sia ancora l’ufficialità, In Emilia Romagna saranno le primarie a indicare l’aspirante governatore del centrosinistra. E poiché il tempo delle candidature è scaduto, gli uomini in corsa sono solo due: il sindaco di Forlì, Roberto Balzani, e Stefano Bonaccini, appunto. Che per ora ha l’appoggio sia dei renziani che dei bersaniani. Ai gazebo bisognerà capire se gli rimane quello della base.



Dopo tre giorni di caos ll Pd sceglie di lasciare le cose come stavano malgrado l’inchiesta della Procura di Bologna sulle spese dei consiglieri regionali che coinvolge Bonaccini, sotto accusa per quattro mila euro di pranzi e viaggi. Ieri il suo avvocato ha presentato ai magistrati la richiesta di archiviazione: «Abbiamo fornito i chiarimenti necessari, spero che decidano in fretta». Sempre ammesso che la decisione dei pm possa essere favorevole all’indagato visto che l’incognita rimane: cosa accadrebbe se decidessero di non archiviare?

Bonaccini a Roma sperava di parlare direttamente con Renzi. Si è accontentato di un colloquio con Lorenzo Guerini a cui ha ripetuto le cose che va dicendo da un paio di giorni: nessuna intenzione di ritirarsi dalla corsa anche perché è convinto che l’accusa finirà in nulla. A suo favore gioca il fatto che i tempi per soluzioni alternative si stanno esaurendo. Proprio ieri è stata ufficializzata la data delle elezioni: 27 novembre. Non c’è più spazio per ricominciare da capo l’iter per la scelta del candidato.



Un’altra possibile scappatoia era quella di cancellare tutto e affidare alla direzione del partito l’individuazione di una candidatura unitaria, il famoso «briscolone» da giocare. Troppe però le controindicazioni: le scelte imposte dall’alto sono sempre rischiose e l’eventuale rinuncia alle primarie un segno di debolezza. Senza contare che lo sfidante di Bonaccini, Balzani, ha già fatto la voce grossa: «Scelgano i cittadini, sennò posso anche presentare una lista per i fatti miei».





La situazione, comunque, non è ancora definita del tutto. Renzi è preoccupato dall’eventualità che il via libera a Bonaccini possa apparire come una sfida ai magistrati. Infatti si premura di far sapere ai suoi che «non bisogna parlare di giustizia a orologeria. Chi sbaglia paga. Però si aspettano le sentenze, altrimenti è la barbarie». A preoccupare sono pure i mugugni arrivati in questi giorni dalla base. Non a caso lo stesso Guerini ha fatto capire che se il clima dovesse farsi rovente le cose potrebbero ancora cambiare.Anche perché c’è chi ricorda che in Sardegna nell’inverno scorso - Renzi era ancora sindaco di Firenze, ma già segretario del partito - Francesca Barracciu venne invitata a ritirare la candidatura dopo aver vinto le primarie perché coinvolta in un’inchiesta simile a quella che sta incendiando l’Emilia Al suo posto venne «nominato» il professo Pigliaru che poi vinse le regionali. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero