Anis Amri, il tunisino responsabile dell'attentato di Berlino, era passato per la stazione di Lione Part-Dieu dove aveva acquistato un biglietto per Milano con corrispondenza...
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Il tunisino di 24 anni è stato ripreso giovedì pomeriggio alla stazione di Lione, 3 giorni dopo l'attentato che è costato la vita a 12 persone. Secondo la tv BFM la Polizia è sicura che Anis Amri abbia comprato il biglietto del treno per Milano pagandolo in contanti, anche se non si sa ancora quando e come sia entrato in Francia. Sono ancora al vaglio degli inquirenti le immagini di video sorveglianza della stazione di Chambéry nella Savoia. Il terrorista ucciso a Milano aveva con sé due biglietti ferroviari con tragitto Lione-Chambéry-Milano, ma soltanto uno dei due era stato vidimato, lasciando dubbi sul percorso effettuato dal terrorista. Queste nuove rivelazioni accentuano gli interrogativi su come sia stato possibile che il terrorista, ricercato dalla Polizia di tutta Europa, abbia potuto percorrere più di 1000 chilometri senza nessun problema.
Non è ancora stata data, intanto, l'autorizzazione alla sepoltura del corpo di Anis Amri.
La Tunisia nega di aver ostacolato il rimpatrio dell'autore della strage dalla Germania dopo che gli era stato negato l'asilo nel paese europeo denunciando che la prima richiesta di Berlino «era basata su una identità errata». Il via libera al rimpatrio di Amri era stato dato da Tunisi due giorni prima dell'attacco con il tir contro il mercatino di Natale, dopo la conferma della sua identità. «La Tunisia rispetta alla lettera le procedure per il rimpatrio attraverso i canali diplomatici. Non riteniamo che ci siano state manchevolezze a questo proposito», ha dichiarato Radhouane Ayara, consigliere del ministro degli esteri tunisino, in un'intervista all'agenzia di stampa tedesca Dpa.
«Capiamo gli articoli di giornale in Germania, ma non concordiamo con quanto scrivono», ha aggiunto, riferendosi all'ondata di critiche alla Tunisia per non aver consentito il rimpatrio di Amri. «Le autorità tunisine non erano a conoscenza della militanza (jihadista, ndr) di Amri. Era ricercato in Tunisia per reati contro l'ordine pubblico. Una condanna era stata pronunciata contro di lui in contumacia dopo che era immigrato in Italia nel 2011. Dopo l'uccisione di Amri a Sesto San Giovanni, la Tunisia ha reso noto l'arresto di un suo nipote di altre due persone legate a lui. Il nipote ha confessato che Amri gli aveva proposto di aderire all'Is e gli aveva inviato denaro per recarsi in Germania», ha reso noto il ministero degli Interni tunisino. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero