Banche, stretta Bce sui dividendi ai soci a tutela del capitale

Mario Draghi
Banche sempre di più nella morsa dell’Europa. A parte i condizionamenti sull’Italia (vedi i casi delle quattro banche salvate e della Tercas), la Bce adesso...

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Banche sempre di più nella morsa dell’Europa. A parte i condizionamenti sull’Italia (vedi i casi delle quattro banche salvate e della Tercas), la Bce adesso accentua il pressing sui dividendi, nell’ottica di puntellare il più possibile i livelli di capitale con il rischio però, di frenare gli impieghi. Ieri alle banche europee sottoposte alla Vigilanza unica, comprese le 13 italiane, secondo quanto risulta al Messaggero, è arrivata una lettera, firmata personalmente dal presidente Mario Draghi con la quale si punta il dito sulla distribuzione dei dividendi. Alcuni giorni prima di Natale, sullo stesso tema si era esposta l’Eba, Autorità bancaria europea che, sempre per iscritto, ha chiesto alla Commissione europea di rivedere la direttiva Crd 4 sui requisiti di capitale, per rendere ancora più restrittivi i criteri per la distribuzione delle cedole e dei bonus ai top management.


La missiva del presidente Bce è pervenuta a ridosso di San Silvestro quando in tutti gli istituti si tirano le somme sull’anno ormai agli sgoccioli, abbozzando i bilanci. E con i bilanci i banchieri pronosticano anche la parte di utile eventualmente da destinare agli azionisti. Tra l’altro in linea con il ciclo economico, timidamente gli istituti mostrano segnali di ripresa e possono stimare di riaprire il cordone della borsa dopo qualche anno di digiuno.
La lettera di Draghi che pur avendo toni distesi vincola i comportamenti, arriva, quindi, a tempo giusto e farà riflettere. In due pagine, il presidente della Bce sollecita l’attenzione sulle politiche di remunerazione, tenendo presente le posizioni di capitale non solo attuali ma anche quelle prospettiche. Questo significa che i risultati dello srep, la valutazione prudenziale delle attività appena conclusa banca per banca, che ha fissato i requisiti minimi di capitale da raggiungere, deve essere un punto di partenza per valutare se e quanto distribuire come cedola agli azionisti.

SABBIE MOBILI
A due istituti italiani, Mps e Carige, nella consegna dei risultati, i Vigilanti europei hanno vietato di dare il dividendo in modo da preservare il patrimonio. Nella lettera il numero uno della Bce esorta a compiere valutazioni sul ciclo economico per le ripercussioni che possono avere sulla stabilità degli intermediari che è uno degli obiettivi della direttiva europea e degli stessi vigilanti.

Per usare il titolo di un report recente di Barclays, le incertezze normative che governano il sistema funzionano come sabbie mobili sul capitale. Fluidi sono, infatti i livelli di capitale futuri delle banche con troppi iniqui disallineamenti tra i vari paesi. Si consideri che solo le banche italiane in Europa (a parte la Kbc di Bruxelles) hanno dovuto diffondere i risultati dello srep: la Bce aveva consentito a non fare disclosure, ma Consob ha imposto la trasparenza per evitare asimmetrie informative. Inoltre non ci sono certezze sugli indici patrimoniali, in particolare quello principale (Cet1) e i banchieri temono sempre che vengano aggiunti all’improvviso ulteriori buffer (cuscinetti) sia pure nel senso di presidiare la stabilità. Poi incombe Basilea 3 con il suo fardello di regole cui uniformarsi a tendere. Tra queste da segnalare i fattori di ponderazione del rischio che impongono un adeguamento dell’asticella sul capitale e i nuovi metodi di classificazione degli strumenti finanziari, secondo i principi Ifrs 9 che ha soppiantato, anche a causa della crisi del 2008, gli Ias 39 e, da gennaio 2018, dovranno essere applicati per forza.


Tutto ciò fa da sfondo alla nuova sferzata sui dividendi sempre in funzione del patrimonio. Ci sono banche granitiche che non rischiano di indebolirsi anche se dovessero distribuire il dividendo. Negli srep, la Bce ha assegnato a Intesa Sanpaolo un livello minimo del 9,5% contro una soglia registrata a settembre del 13,4% che potrebbe consentire al ceo Carlo Messina di mantenere fede alla promessa di distribuire 2 miliardi di dividendi. E spalle larghe ha anche Mediobanca classificatasi ai primissimi posti negli esami prudenziali con un indice minimo (8,75%) inferiore a quello richiesto in precedenza e di gran lunga capiente rispetto al 12,45% registrato a settembre. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero