L'INDAGINESaranno processati con rito immediato tre delle quattro persone colpite da ordinanza di custodia cautelare il 26 settembre scorso per la serie di attentati incendiari ai...
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Saranno processati con rito immediato tre delle quattro persone colpite da ordinanza di custodia cautelare il 26 settembre scorso per la serie di attentati incendiari ai danni del sindaco di Sermoneta Giuseppina Giovannoli e del suo vice Maria Marcelli. Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina Giorgia Castriota ha infatti disposto il giudizio immediato e fissato la prima udienza per il 10 febbraio prossimo davanti al giudice monocratico Maria Assunta Fosso. Sul banco degli imputati l'allora presidente della Pro Loco di Sermoneta Giuseppe Gentile, 46 anni, considerato il mandante dei roghi; Giovanni Bernardi, 41 anni di Latina ed Emanuel Poli, 44 anni, ritenuti invece gli esecutori materiali mentre la posizione di Angela Toti, 49 anni compagna di Poli e finita ai domiciliari, è stata stralciata e seguirà un iter giudiziario separato. L'accusa nei loro confronti è di danneggiamento seguito da incendio e minaccia ad un corpo politico. I fatti contestati risalgono al 7 e 20 febbraio e poi al 9 maggio 2020: i primi due prendono di mira l'auto del vice sindaco Marcelli, poi a distanza ravvicinata un incendio distrugge la macchina del primo cittadino Giuseppina Giovannoli accanto alla quale viene rinvenuta una bottiglia con liquido infiammabile. Le indagini condotte dai carabinieri della stazione di Sermoneta consentono di individuare l'origine degli atti intimidatori in alcuni interessi personali di Gentile. L'uomo, che alle amministrative aveva sostenuto la candidatura della Giovannoli, era rimasto scontento di alcune sue decisioni, in particolare quella di estrometterlo dalla gestione della storica Fiera di San Michele e di conseguenza dall'organizzazione di tutti gli eventi ad essa legati. A far montare ulteriormente la sua rabbia il provvedimento con il quale il vice sindaco con delega al centro storico aveva fatto rimuovere delle impalcature che da troppi mesi occupavano parte del suolo pubblico per la ristrutturazione di un immobile che Gentile intendeva trasformare in Bed and breakfast. A quel punto l'uomo decide di far partire i suoi attentati con l'obiettivo così come emerge dalle intercettazioni telefoniche di costringere sindaco e vice a dimettersi. A tale scopo assolda Bernardi e Poli. A Bernardi gli inquirenti attribuiscono solo il primo episodio mentre a Poli vengono contestati anche gli altri due. Rispetto a Gentile è proprio il gip a definirlo centrale precisando che ha diretto la realizzazione dell'intero programma scegliendo i soggetti dal mondo criminale pur non comparendo mai personalmente.
Elena Ganelli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Messaggero