Assegni familiari, domande da rifare via web: l'Inps cambia così le procedure

Tutto da rifare per quasi tre milioni di lavoratori italiani. Entro fine giugno, dovranno presentare la domanda per l’assegno al nucleo familiare, ma stavolta non potranno...

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Tutto da rifare per quasi tre milioni di lavoratori italiani. Entro fine giugno, dovranno presentare la domanda per l’assegno al nucleo familiare, ma stavolta non potranno farlo riempiendo un modulo cartaceo in azienda, come è avvenuto finora. Le uniche possibilità per continuare a percepire in busta paga la somma, legata a reddito e numerosità della famiglia, sono munirsi di credenziali dell’istituto con Pin dispositivo (o di Spid) e accedere alla procedura sul sito, oppure in alternativa rivolgersi a un patronato. La decisione, annunciata dall’Inps con una circolare a fine a marzo, è passata finora piuttosto in sordina ma coinvolgerà nelle prossime settimane tutti i circa 2,8 milioni di dipendenti (esclusi quelli dell’agricoltura) che attualmente percepiscono questa forma di sostegno al reddito, per un importo totale che supera i 3 miliardi l’anno.


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LA SCADENZA
La novità in realtà è operativa dallo scorso primo aprile, toccando però di fatto solo le nuove domande di Anf, quelle di coloro che iniziano una attività lavorativa. Per la massa dei dipendenti già in servizio la scadenza chiave è quella del primo luglio, quando scatteranno gli assegni in vigore per il secondo semestre di quest’anno e il primo del 2020. La prestazione è infatti erogata sulla base del reddito familiare dell’anno precedente, che è determinato a sua volta a partire imponibili Irpef a cui poi vanno aggiunte altre voci. Siccome i dati definitivi dell’imposta sul reddito non sono noti agli interessati prima della stagione della dichiarazione dei redditi, l’Anf viene rinnovato ogni anno a partire da luglio. Nasce da qui la necessità di autocertificare il reddito complessivo della famiglia e le eventuali novità intervenute nella composizione del nucleo, come ad esempio il fatto che un figlio abbia compiuto i 18 anni. È questo il passaggio che finora avveniva in azienda mentre ora richiede la procedura telematica, “fai da te” o tramite patronati.
 
LE MOTIVAZIONI
Sono tre le motivazioni che hanno spinto l’Inps a questo importante cambiamento: le prime due sono a tutela del lavoratore, mentre la terza nasce dai casi di abuso o uso scorretto dello strumento. L’Anf infatti, come ricorda l’istituto nella sua circolare, è una prestazione che spetta per legge al dipendente anche se erogata insieme allo stipendio dal datore di lavoro, indipendentemente quindi da eventuali errori o omissioni di quest’ultimo. Con la nuova procedura l’Inps determinerà gli importi teorici mentre l’azienda, prima di inserirli in busta paga, si limiterà a “parametrarli” al contratto applicato e all’effettivo orario di lavoro, riservandosi poi di recuperare le somme dall’Inps attraverso il consueto scambio di flussi con l’istituto. Su questo versante quindi i lavoratori saranno maggiormente tutelati.


E anche le esigenze di salvaguardia della privacy su dati sensibili potranno avere una salvaguardia più efficace. Allo stesso tempo però l’Inps, ricevendo direttamente le domande dei lavoratori, avrà la possibilità di controllarne in modo più facile la veridicità, attraverso l’incrocio con i dati già in proprio possesso ed anche con quelli di Comuni e Agenzia delle Entrate. Verranno quindi individuate con più facilità situazioni irregolari. Uno dei casi è quello dei genitori che presentano entrambi la domanda per lo stesso nucleo, ma ci sono anche le attestazioni non veritiere o non aggiornate sulla composizione della famiglia o sui redditi da capitale che vanno conteggiati insieme a quelli Irpef. Resta il fatto che i dipendenti interessati per poter percepire l’assegno da luglio dovranno ricordarsi per tempo di provvedere, attrezzandosi per farlo direttamente oppure affidandosi ai patronati, in queste settimane ancora sovraccarichi di lavoro per la gestione di “Quota 100”. 
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Il Messaggero