Il processo di valutazione delle istituzioni scolastiche compie un ulteriore passo in avanti nella direzione auspicata dal ddl “La buona scuola”. È stata infatti presentata...
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GLI INDICATORI
Tra i 49 indicatori che determinano lo stato di salute della scuola ci saranno anche gli esiti occupazionali degli studenti, grazie ad una partnership tra il Miur ed il Ministero del Lavoro. Una volta che il Rav (rapporto di autovalutazione) sarà completato sono previsti due step di pubblicazione: il primo sul portale della scuola e poi sul portale del Ministero dell’Istruzione, nella sezione “Scuola in chiaro”.
GLI OBIETTIVI
L’obiettivo dell’autovalutazione è il confronto con le altre scuole e il determinare gli obiettivi da migliorare o le lacune da colmare, in un ambito di complessiva analisi e valutazione del sistema formativo su base triennale. I risultati dei test saranno resi pubblici tramite la pubblicazione online del Rapporto di autovalutazione. Il rapporto di autovalutazione è finalizzato al miglioramento dell'offerta formativa e degli apprendimenti e sarà indirizzato in particolar modo alla riduzione della dispersione scolastica e dell'insuccesso scolastico, all’arginare le differenze tra scuole e aree geografiche, alle differenze di apprendimento, alla progressione educativa degli studenti rispetto alla situazione di partenza. Ma l’autovalutazione non è solamente una nuova applicazione per scandagliare e conoscere il mondo della scuola, ma per il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone è un tassello «che si inserisce nel complesso della grande operazione di trasparenza che stiamo facendo sulla scuola con il ddl di riforma. La valutazione inoltre è della comunità e non del singolo dirigente scolastico, che ha il compito di costruire una sinergia affinché la missione educativa sia completata. L’autonomia – ha concluso Faraone – funziona se è accompagnata dalla trasparenza.»
IL MINISTRO
Il ministro Stefania Giannini ha dichiarato: «Stiamo dando alle scuole lo strumento per lavorare al miglioramento della loro offerta. Per la prima volta gli istituti avranno un set di dati completo su cui ragionare. Non stiamo mettendo voti né abbiamo creato un sistema per classificare le scuole, ma stiamo offrendo – ha concluso - al sistema gli strumenti per guidare l’autonomia scolastica».
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Il Messaggero