Spiagge, sui morosi a Sabaudia documentazione alla Corte dei conti

 Usufruire e non pagare. Sfruttare le spiagge come un affare, magari allargandosi con qualche abuso, e dimenticare i canoni concessori. O omettere di versarli perché...

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 Usufruire e non pagare. Sfruttare le spiagge come un affare, magari allargandosi con qualche abuso, e dimenticare i canoni concessori. O omettere di versarli perché ci sono delle contestazioni, come quelle avanzate dal Sindacato italiano balneari a Sabaudia. Il rappresentante del Sib, Mario Ganci, finito nell'inchiesta che ha portato al terremoto in Comune, consigliava appunto di non pagare, contestando l'applicazione di alcuni parametri. Adesso oltre alla vicenda penale, chi ha omesso il versamento e chi non ha controllato  dovrà vedersela anche con la Corte dei conti. Gli atti del procedimento che ha portato a sedici misure cautelari, infatti, sono all'attenzione della magistratura contabile. Le omissioni riguardano non solo il mancato pagamento dei canoni - con relativo danno erariale nei confronti del Comune - ma anche aver lasciato al proprio posto concessionari morosi, quando altri potevano eventualmente subentrare e garantire al Comune di Sabaudia per la sua parte ma anche alla Regione e all'Agenzia del Demanio per la loro, entrate maggiori.


C'è un altro aspetto, laddove sono stati verificati e tollerati degli abusi, il canone doveva essere maggiorato poiché la concessione si paga in base all'estensione dell'arenile che viene assegnato, quindi ai manufatti che vi insistono. Un conto è avere quelli di facile rimozione, un altro delle strutture stabili. Si presume che le prime, esclusivamente stagionali, siano rimosse e non vengano utilizzate anche oltre la stagione estiva, mentre le seconde possono fruttare per tutto l'anno e così il pagamento è maggiore.
Se il comportamento dell'amministrazione comunale di Sabaudia, sindaca in testa come emerge dalle carte dell'indagine, avrà causato o meno un danno erariale sarà adesso la Corte dei conti a stabilirlo. Intanto quello che viene fuori è che per un mero calcolo politico, il rischio cioè che i balneari si rivolgessero a Giovanni Secci - sconfitto nel 2017 dalla Gervasi al ballottaggio - la sindaca ha imposto agli uffici di non procedere con le revoche.
Gli oltre 150.000 euro dovuti praticamente da tutti gli stabilimenti - pochi quelli che erano in regola - sono un buco nelle casse del Comune che andrà ripianato. Si tratta di fondi iscritti in bilancio ma non ancora riscossi.
LO SCONTRO INTERNO
A contestare il comportamento di Ganci come responsabile del Sib era stato - parlando con la sindaca - anche il presidente dell'Associazione commercianti, della quale il Sib è una costola. «Ho detto a Mario che non si può fare che non paga - dice parlando con la sindaca e spiegando che Sib è una cosa e Ascom un'altra - mi ha fatto inca.... guarda, ogni giorno vengono i balneari al negozio mi hanno sfracassato».


Giovanni Del Giaccio
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Il Messaggero