Arpalo, riflettori puntati ancora sui conti svizzeri della Cavicchi e Maietta

Arpalo, riflettori puntati ancora sui conti svizzeri della Cavicchi e Maietta
IL PROCESSORiflettori puntati ancora sui conti svizzeri di Paola Cavicchi e Pasquale Maietta e su come il denaro passasse attraverso la società Latina Calcio per essere riciclato...

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IL PROCESSO
Riflettori puntati ancora sui conti svizzeri di Paola Cavicchi e Pasquale Maietta e su come il denaro passasse attraverso la società Latina Calcio per essere riciclato e utilizzato per investimenti immobiliari nell'udienza del processo Arpalo di ieri pomeriggio davanti al tribunale di Latina. Con alcuni riferimenti ai documenti contenuti nella pen drive sequestrata nello studio dell'avvocato Paolo Censi dopo il suo suicidio. Nell'aula della Corte di assise alcuni legali della difesa di Pasquale Maietta, Paola Cavicchi, Fabrizio Colletti, Fabio Allegretti, Giovanni Fanciulli, Pietro Palombi, Roberto Noce, Pierluigi Sperduti e Paola Neroni hanno controinterrogato l'ispettore del Servizio centrale operativo della Polizia che si è occupato di esaminare tutta la documentazione recuperata con rogatoria dalla Svizzera dalla Squadra mobile di Latina: documentazione che attesta gli spostamenti di denaro tra Latina e Lugano attraverso alcune società, la vita di alcune delle quali durava appena pochi mesi. Le risposte fornite agli avvocati Alessandro Diddi, Leone Zeppieri e Leonardo Palombi si sono focalizzate in particolare sui mesi tra febbraio e agosto 2015 quando, sotto forma di ricapitalizzazione nelle casse della società sportiva arrivano oltre 600mila euro, denaro versato per metà da Maietta e per metà da Fabrizio e Roberta Coletti. Poco dopo sarà la madre di questi ultimi, Paola Cavicchi, a subentrare ai figli per arrivare ad agosto 2015 quando le quote del sodalizio nerazzurro vengono acquisite per il 45% da Antonio Aprile e per il restante 55 da Maietta. I soldi in parte erano stati girati da una delle società che poco dopo veniva messa in liquidazione. La difesa ha anche cercato di capire che tipo di documentazione sia contenuta nella pen drive sequestrata nello studio di Censi ma l'ispettore ha spiegato di non avere visionato quel materiale. Si torna in aula il 16 novembre.

E. Gan.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Messaggero