L’appuntamento è già stato fissato. Giovedì i commissari di Alitalia, guidati da Luigi Gubitosi, incontreranno a Roma i negoziatori di Lufthansa,...
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GEOMETRIA VARIABILE
Francoforte ha le idee chiare su alcuni punti chiave. Il mantenimento degli attuali livelli occupazionali per piloti e le hostess, una parte del settore della manutenzione e degli amministrativi. Flotta di 90-100 aerei con il focus sulle rotte domestiche ed europee, senza tralasciare il lungo raggio. Taglio netto alle tratte non economiche (Santiago del Chile ad esempio).
Fuori dal perimetro l’handling, anche se contatti sarebbero stati avviati per trovare una soluzione con un altro operatore. L’obiettivo è costruire una compagnia solida e con un futuro industriale definito che riprenderebbe il suo percorso con non più di 6.000 dipendenti, valorizzando la manutenzione, considerato di alto livello.
Come accennato sul piatto Spohr è disposto a mettere 200-250 milioni, una cifra variabile in funzione degli accordi che potranno essere raggiunti con il governo e i fornitori. Del resto c’è da dire che la cifra riflette anche il fatto che Alitalia ha asset limitati, avendo tutte le aeromobili in leasing.
IL NODO
Al netto dei servizi di terra (che potrebbero finire ad un altro operatore), il sacrificio sul fronte occupazionale non dovrebbe superare le 2.000 unità. Un numero che sarà al centro del negoziato e su cui si giocherà la partita decisiva. La proposta alternativa di Cerberus - pronto a rilevare tutti gli asset - non convince infatti l’esecutivo.
Il Fondo americano punta a rilevare l’intero pacchetto per poi rivendere il gruppo a pezzi, senza dare nessuna garanzia occupazionale futura. La soluzione tedesca, anche se migliorabile agli occhi del governo e del sindacato, appare più seria e credibile, anche perché l’Italia rappresenta per Lufthansa il secondo mercato in Europa e un completamento nello scacchiere internazionale.
Fiumicino nei piani di Francoforte sarebbe il quinto hub, piattaforma operativa per le destinazioni transatlantiche verso Usa, Americhe e Sud del mondo. Gli scali del Nord Italia sarebbero invece valorizzati per favorire la clientela business italiana con voli point to point e il federaggio verso gli hub. Previsto anche uno sviluppo delle rotte in Italia. I tedeschi sono molto determinati a chiudere l’operazione e a farlo in tempi ragionevoli. Pronti, anche se non è scritto nel piano, a reinvestire in maniera massiccia su Alitalia dopo aver avviato la cura dimagrante. Eviteranno, come nello stile della casa, promesse roboanti, puntando su obiettivi realizzabili. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero