Guida senza patente e dà il nome del fratello per la multa, finisce a giudizio

Per non essere multato perché stava senza patente, invece di dare le sue generalità alle forze dell'ordine che lo avevano fermato per un controllo su strada,...

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Per non essere multato perché stava senza patente, invece di dare le sue generalità alle forze dell'ordine che lo avevano fermato per un controllo su strada, dà quelle del fratello. Operaio finisce sotto processo per il reato di falso. La vicenda risale ad alcuni mesi fa quando la sua patente gli era stata già ritirata a causa di una guida indisciplinata. Dunque per la legge l'uomo, un 40enne residente ad Acuto non avrebbe più potuto mettersi al volante. Ma così non era stato. Il quarantenne nonostante il divieto aveva continuato a guidare. Qualche tempo fa però viene fermato dai carabinieri nel corso di un controllo su strada. E siccome non poteva fornire i suoi dati personali per la pregressa sospensione del documento, aveva pensato bene di spacciarsi per il fratello. In questo modo aveva pensato di farla franca. Ai militari aveva detto di aver lasciato la patente a casa e che l'avrebbe portata in visione presso gli uffici della locale caserma il giorno dopo. Ma da quel momento l'uomo era completamente sparito. In caserma non ci era mai andato. L'imbroglio è venuto fuori quando al fratello è arrivata una multa stratosferica per la mancata visione di quella patente.

L'uomo che è caduto dalle nuvole, si è recato presso la stazione dei carabinieri chiedendo spiegazioni. A suo dire non era mai stato fermato per un controllo su strada dai militari. Quindi doveva esserci per forza un errore. E proprio dagli accertamenti effettuati in tal senso è emersa la verità. Il quarantenne di Acuto per evitare il sequestro della vettura otre ad una multa molto salata, aveva dato le generalità del fratello. Un comportamento che gli è costato l'incriminazione per il reato di falso. A conclusione delle indagini l'automobilista indisciplinato è stato rinviato a giudizio. Sarà difeso dall'avvocato Fabrizio Ambrosi. Spetterà adesso al legale difensore dimostrare l'infondatezza delle accuse mosse nei confronti del suo assistito. 
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Il Messaggero