Accoltella un uomo a Ravenna: pontino arrestato per omicidio volontario

L'uomo di Formia accompagnato in questura dagli agenti
Una lite in via Francesco Baracca, a un pugno di metri da via Cavour, il cuore pulsante di Ravenna, un centro storico pieno di negozi eleganti e di appuntamenti culturali....

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Una lite in via Francesco Baracca, a un pugno di metri da via Cavour, il cuore pulsante di Ravenna, un centro storico pieno di negozi eleganti e di appuntamenti culturali. È lì che Mario Antonio Iadicicco, 62 anni, formiano che si è trasferito da decenni al nord, ha incontrato Christian Battaglia, 47 anni, ravennate. Un diverbio tra i due e uno straniero, di origine magrebina, che vive con Iadicicco, i due tornano a casa, poco dopo Battaglia li raggiunge, riprendono a litigare, con violenza raccontano i vicini di casa, qui la ricostruzione è confusa, tutta da verificare, di fatto il formiano ora è in carcere accusato di omicidio volontario. Iadicicco ha ammesso di aver colpito Battaglia, ha risposto alle domande del sostituto procuratore di Ravenna Stefano Stargiotti e spiegato cosa è successo, come si è arrivati al tragico epilogo.

Antonio Iadicicco è nato e cresciuto a Formia in una famiglia numerosa, verso i vent'anni si è spostato al Nord, lavorava come infermiere, poi qualcosa si è rotto, l'incontro con la droga, con l'alcol, le comunità di recupero, fino ad arrivare a questi 62 anni, alla casa popolare condivisa con un'altra persona, alle dipendenze che gli hanno stritolato la vita. I famigliari hanno tentato di aiutarlo, di tirarlo fuori dal gorgo in cui è finito, poi la maggior parte di loro si è arresa. Ora il delitto di cui è accusato, la tragedia di due famiglie, una vita ancora giovane spezzata e le porte del carcere di via Port'Aurea che si spalancano per lui.

Ma torniamo a mercoledì sera, il delitto è avvenuto in via Cura, a pochi passi da via Baracca, secondo una prima ricostruzione al termine di una violenta lite Christian Battaglia è stato ucciso da un colpo di coltello. Le indagini si sono immediatamente concentrate su Mario Iadicicco, l'uomo è stato a lungo interrogato dal magistrato e al termine condotto in carcere. L'indagato è difeso dall'avvocato Massimo Ricci Maccarini, che si limita a dire: «Posso solo confermare che il mio assistito ha risposto alle domande del magistrato, ha fornito la sua versione e si è mostrato collaborativo». Non una parola di più.

Secondo le testimonianze i tre uomini hanno iniziato a litigare mercoledì in prima serata, più o meno le 19, una lite violenta, prima le urla poi le bottigliate, tanto che qualcuno chiama le forze dell'ordine. Sembra finita lì, invece la discussione riprende più tardi nell'appartamento di Iadicicco al piano terra del condominio in via Cura 32. Qui la situazione degenera, Iadicicco prende un coltello e colpisce Battaglia che trova le forze per scappare e raggiungere la strada, ma dopo pochi metri, all'incrocio con via Oberdan, si accascia a terra. Arriva l'ambulanza del 118 che trasporta Battaglia in ospedale, è a poche centinaia di metri il Santa Maria delle Croci, ma la ferita è gravissima, muore poco dopo. La Squadra Mobile avvia le indagini, nel corso della notte il cerchio si stringe attorno a Iadicicco e al suo coinquilino che viene ascoltato ma solo come testimone. Nella notte il 62enne viene portato in Questura e interrogato mentre in via Cura le Scientifica effettua i rilievi. Sono tanti gli aspetti da chiarire, a partire dal movente, fondamentale sarà ricostruire i rapporti tra vittima e omicida, capire se si conoscevano e per quale motivo hanno litigato fino ad arrivare all'accoltellamento, l'unica cosa certa è che il delitto è maturato in un ambiente di disperazione ed emarginazione, di vite spezzate.
  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero